Un computer quantistico. Oggetto del futuro prossimo che affascina e che ora, nel presente, ha già il suo primo videogioco.
Il quantum computing è secondo alcuni il futuro del calcolo e della nostra vita. I calcolatori quantistici, andando a prendere la definizione ufficiale, utilizzano le proprietà quantistiche della materia.
Sono, volendo usare termini molto semplici, estremamente più veloci di qualunque cosa esista al momento. Il loro scopo di vita dovrebbe essere quello di risolvere in un battibaleno una quantità enorme di calcoli che anche le più moderne tecnologie contemporanee non riescono a risolvere rapidamente.
E poi qualcuno comincerà a infilarci dentro qualche videogioco. Quest’ultimo problema sembra essere già stato risolto e c’è il gameplay del primo videogioco per computer quantistico.
I primi calcolatori furono assemblati per fare esattamente quello che suggerisce il loro nome: calcoli. Poi la tecnologia si è evoluta e qualcuno all’improvviso ha pensato che potessero essere utilizzati anche per nuovi passatempi. Avanti veloce di qualche decennio e ecco che siamo arrivati alle console, portatili e non, su cui girano esperienze da diversi gigabyte. Il futuro però almeno per parte della comunità scientifica è nei computer quantistici.
Si tratta però di una tecnologia ancora piuttosto acerba, dato che ha bisogno di molta energia, molto spazio e enormi sistemi di raffreddamento per poter funzionare. Qualcuno però si è avvantaggiato stavolta e ha già dato vita al primo videogioco in grado di lavorare anche su un computer quantistico. Il progetto aggiunge un’altra voce alla lista di quelle cose su cui gira Doom.
L’utente GitHub Lumorti è riuscito a fare un porting di Doom per computer quantistico. Le performance sembrano poco entusiasmanti. Come riportato dall’account 7etsuo sul social che una volta chiamavamo Twitter, gira ha una velocità compresa tra 10 e 20 FPS e utilizza 60.000 qubits e 80 milioni di gate.
Non delle performance degne di un computer quantistico ma, come poi specificato in altri commenti (anche se forse non ce n’era bisogno) il gioco non gira effettivamente su un computer quantistico ma su un emulatore ed è chiaro quindi che le performance possono non essere quelle reali. Ma il fatto che qualcuno si sia preso la briga di creare una versione di Doom anche per computer quantistico ci dice che si tratta di un argomento di cui bene o male si comincia a parlare.
Per quello che riguarda la tecnologia del quantum computing siamo andati a leggere qualche dettaglio sul sito ufficiale di IBM. Quello che sono in grado di fare i computer quantistici è lavorare applicando la fisica quantistica. Questo si traduce in una velocità di calcolo che arriva dalla possibilità di lavorare in maniera multidimensionale e non solo sul binario acceso spento su cui si basano tutti i sistemi che al momento utilizziamo. Una frontiera dello sviluppo tecnologico affascinante ma che ha bisogno ancora di molto tempo per essere utilizzati su vasta scala. Intanto però c’è Doom.
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