Un’altra storia brutta legata alle accuse di molestie sessuali e abusi che si sono verificati dentro Activision Blizzard. La famiglia di una impiegata che si è suicidata fa ora causa alla società.
Nel 2017 Kerri Moynihan, Finance Manager di Activision Blizzard di appena 32 anni, viene trovata morta suicida durante un ritiro aziendale. Ora la sua famiglia chiede che Activision Blizzard paghi per quello che è stato fatto alla ragazza. Nella denuncia presentata dalla famiglia di Moynihan si legge infatti che i familiari ritengono che le molestie sessuali siano state “un fattore significativo” tra quelli che hanno portato alla morte della giovane manager.
In realtà la storia delle molestie di cui sarebbe stata vittima Moynihan era già stata inserita nella denuncia fatta al dipartimento del lavoro della California nel luglio scorso e in quella occasione la società aveva risposto che le accuse erano distorte.
Activision Blizzard, un’altra brutta storia
Quando ci siamo concentrati sul fatto che Microsoft stava acquistando Activision Blizzard per una frazione di secondo non abbiamo pensato più a tutte le storie orribili di molestie e comportamenti ignobili che sono emersi nel corso degli ultimi tre anni con diverse denunce presentate alle Corti della California. Tra queste denunce ce n’è una che è stata presentata a luglio 2021 e che riguarda dei comportamenti aberranti che sarebbero avvenuti durante un ritiro aziendale in un hotel spa nella zona di Anaheim. Fatti che si sarebbero poi conclusi tragicamente con il suicidio di Kerri Moynihan.
Moynihan venne infatti ritrovata morta una mattina nella sua stanza del Disney’s Grand Californian Hotel & Spa. Stando a quello che si legge nella denuncia fatta adesso dai genitori della Finance Manager suicida viene riportato che nella sera precedente il suo suicidio i suoi colleghi maschi si sarebbero divertiti a passarsi una foto delle sue parti intime facendo anche riferimento ad un “supervisore” che aveva portato con sé giocattoli sessuali. Da parte loro, gli avvocati di Activision Blizzard hanno respinto le accuse dichiarando che quanto riportato nella denuncia fatta a luglio dal Department of Fair Employment and Housing è un’accusa distorta e che la morte di Moynihan non andava inserita nella denuncia perché non pertinente.
Probabilmente, non basteranno 100 anni e una operazione pubblica di pulizia del letame umano che a quanto pare si nasconde negli uffici di Activision Blizzard per poter recuperare agli occhi di tanti, ma soprattutto di tante, una parvenza di reputazione.