Vorremmo sinceramente non parlare più di quello che per anni sembra essere successo negli uffici di Activision Blizzard. Ma è appena arrivata la notizia dell’ennesima denuncia.
Anche stavolta la denuncia è stata fatta da una dipendente che ha dichiarato di aver subito tutta una serie di molestie e poi ritorsioni nel momento in cui ha segnalato quello che stava accadendo. Per difendere la sua privacy non è stato diffuso il nome completo e l’avvocatessa che si occupa del caso, Lisa Bloom, l’ha nominata con lo pseudonimo Jane Doe.
Quello che emerge da questa nuova denuncia è che di nuovo chi avrebbe dovuto vigilare ha chiuso gli occhi o guardato da un’altra parte. Quello che fa più ribrezzo di questa ultima denuncia sono i particolari riguardo i comportamenti tenuti dai colleghi e dai superiori dell’impiegata che ha sporto denuncia.
Activision Blizzard, una brutta storia di alcol e molestie
Nella denuncia presentata dall’avvocatessa Bloom viene raccontato per esempio il primo giorno di lavoro di Jane Doe. Durante quello che viene definito un “pranzo di iniziazione”, all’impiegata sarebbe stato offerto a più riprese alcool e i suoi superiori avrebbero cercato di metterla in imbarazzo costringendolo a raccontare “un segreto imbarazzante”. I comportamenti scorretti e le molestie che si sono poi succeduti a ritmo costante venivano regolarmente definiti goliardici.
Altri comportamenti assolutamente scorretti e da sanzionare riguardano nuovamente l’uso e l’abuso di alcool da parte dei suoi supervisori e le molestie che hanno portato addirittura l’impiegata a cercare di vestirsi in modo da non attirare attenzioni indesiderate. Quando l’impiegata ha poi manifestato la volontà di segnalare questi comportamenti le sarebbe stato detto di tenersi quelle cose per sè perché avrebbero potuto “danneggiare” la società e il posto di lavoro si è per lei trasformato in un incubo. Nella denuncia si fa anche riferimento al fatto che ci sono state 700 denunce di questo genere di comportamenti criminosi nel corso degli anni e si fa di nuovo il nome di Bobby Kotick come colui che avrebbe dovuto controllare (e non l’ha fatto a quanto pare).
Smetteremo mai di leggere queste storie imbarazzanti? Quando effettivamente Activision Blizzard diventerà parte di Microsoft, il che avverrà non prima dell’anno prossimo al netto di controlli da parte delle autorità competenti, ci sarà un qualche scarto in avanti? O almeno delle scuse pubbliche e finalmente sincere? Perchè, sinceramente, diventa sempre più difficile separare i videogiochi dall’ambiente che li ha prodotti e non sentirsi un po’ a disagio.