Activision ha intrapreso tutte le possibli azioni per arginare il problema dei cheater su Call of Duty arrivando a chiedere di far chiudere almeno un canale in cui veniva mostrato e pubblicizzato un software che aiuterebbe in modo scorretto i giocatori.
Il video e il canale erano stati segnalati qualche giorno fa da ACPD, il gruppo di volontari Anti Cheat Police Department, che su Twitter mostra al mondo la parte peggiore dei multiplayer. E giusto il 5 luglio avevano pubblicato un video rintracciato su Youtube in cui qualcuno pubblicizzava un cheat in grado di interferire anche con i giochi nella versione console.
E Activision si sta muovendo proprio contro il video e contro chi lo ha pubblicato, facendo chiudere i canali su cui il software per barare a Call of Duty veniva promosso in pompa magna. Il software di per sè sarebbe ancora disponibile ma si tratta conmunque di un modo per mandare un segnale chiaro a chi lo ha inventato e ci guadagna.
Perchè mica pensavate davvero che chi produce i cheat lo faccia gratia et amore dei?
Activision: basta pubblicità ai cheat di Call of Duty su Youtube
Activision is now aware of the console cheats and probably are going to make plans to take them down, they started to shut down the YouTube channels that advertise the cheats this is good for the community pic.twitter.com/e6Y2DjCflk
— Anti-Cheat Police Department 🕵️ (@AntiCheatPD) July 8, 2021
La pubblicità è l’anima del commercio e, oltre a lasciarci un po’ sorpresi per la mossa impudente, vedere dei video su Youtube in cui si spiega e si mostra come un software per barare funzioni come se fosse il non plus ultra della tecnologia è il segnale di come quella dei cheat sia non solo un problema di giocatori dinosesti ma di una impalcatura di azioni illecite che va smantellata alla fonte.
Perchè bannare mucchi, passateci il termine, di giocatori disonesti non basta. Non può bastare. Ed è per questo che la mossa di far chiudere i canali Youtube è un segnale rivolto non tanto a chi i cheat li cerca ma a chi li fa e li promuove come i bibitoni dimagranti. Colpire dove fa più male: nel portafogli. Anche perchè questi software sono a pagamento e per far girare, per esempio, quello cui i video si riferivano serve una dotazione hardware più che buona.
Segnale che non è il giocatore medio cui i produttori si rivolgono ma a quelli che sperano di fare bella figura e farsi pagare per giocare.
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Il software dei video rimossi è poi più pericoloso di quelli generalmente rintracciati: non gira solo su PC ma riuscirebbe a essere implementato anche per le console, rompendo quell’incantesimo secondo cui se giochi su console non incontri i bari brutti e cattivi.