La questione relativa all’acquisizione da parte di Microsoft del colosso con tre teste Activision Blizzard King pubblicamente osteggiata da Sony continua a tenere banco mentre si attendono le opinioni dei vari organi chiamati in causa per stabilire la legittimità o meno di questo accordo.
Quando abbiamo cominciato a parlare del fatto che Microsoft aveva intenzione di comprare in blocco il publisher ritenuto il più grande in assoluto al momento presente sul pianeta Terra sembrava qualcosa che si sarebbe realizzato in tempi brevi. Tempi brevi per ciò che riguarda il business. Ma poi l’opposizione di Sony e la richiesta che gli organi di controllo di tutto il pianeta si esprimessero riguardo la legittimità o meno di questa operazione di mercato hanno allungato i tempi. Per seguire in diretta o quasi il ping pong generatosi dalle richieste e contro richieste tra Sony e Microsoft ci sono una buona quantità di profili su Twitter che stanno tenendo traccia di tutto quello che succede.
Una delle richieste più recenti fatte da Microsoft per perorare la propria causa e dimostrare come in realtà Sony si lamenti della possibilità che si generi una situazione in cui in realtà si trova essa stessa da molto tempo è quella relativa agli accordi che la società giapponese ha stipulato nel corso degli ultimi anni con i publisher di terze parti. Sony ha risposto di non aver problemi ma che sarebbe meglio evitare di fornire questi documenti a causa della lingua in cui sono scritti.
Per riuscire a convincere gli organi preposti al controllo della libera impresa che l’acquisizione di Activision non crea una posizione di monopolio, Microsoft ha pubblicamente chiesto che Sony fornisca una serie di documenti relativi agli accordi di terze parti che la società giapponese ha fatto firmare a publisher esterni per i contratti in esclusiva. Questa richiesta è stata ritenuta dai giudici che si stanno occupando di stabilire se l’acquisizione può o meno ledere i diritti dei consumatori in parte accettabile. Ma mentre Microsoft chiedeva documenti a partire dal 2012 gli organi di controllo hanno richiesto solo quelli a partire dal primo gennaio 2019.
Sony, da parte sua, a quanto pare ha tentato però di tenere questi documenti lontani dagli occhi degli organi di controllo (e dei giocatori e dei giornalisti e dei competitor) adducendo una motivazione piuttosto strana. In un documento ufficiale disponibile anche su Twitter si legge che Sony non sta negando che quei documenti potrebbero essere rilevanti nello stabilire o meno la legittimità dell’acquisizione di Activision da parte di Microsoft ma sottolinea che potrebbe esserci un problema relativo alla lingua dato che le richieste di Microsoft a vallate dagli organi di controllo coinvolgono documenti in giapponese.
La questione che riguarda l’acquisizione di Activision è ovviamente una questione destinata a cambiare, a prescindere dal risultato finale, il panorama dei videogiochi. Tenendoci lontani, fino a quando non avremo una decisione, dal seguire tutta la diatriba è interessante però notare come ogni tanto anche le società enormi come Sony o Microsoft cerchino di utilizzare le scuse più strane, sulla falsariga di Bart Simpson. In un altro passaggio dello stesso documento in cui Sony prova a giustificare il fatto di non voler diffondere i documenti perché sarebbero in parte in giapponese e quindi non comprensibili, la società dichiara anche che ci vorrebbe in pratica troppo tempo per fornire agli organi di controllo i documenti richiesti perché dentro Sony non c’è un sistema di catalogazione per tipologia di società ma solo per nome. Ma non era Sony la società che produceva sistemi di supporto e catalogazione di dati e documenti? Dove sono i tag e i metadati adesso?
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