Dopo mesi di utilizzo e momenti di tensione per le notifiche ricevute l’app Immuni presto sparirà dai cellulari. Il 31 dicembre 2022 segnerà in modo definitivo la fine della sua attività.
Dal momento in cui è comparsa questa applicazione promossa dal Ministero della Salute è stata scaricata da più di 21 milioni di persone. Ora però entrando sul sito ufficiale del software compare un annuncio che segna il momento di tirare il fiato. Immuni infatti sparirà da tutti gli store a partire dal 31 dicembre, chiudendo un periodo difficile durato più di due anni.
L’app Immuni è servita per diversi mesi anche per avere a portata di mano il Green Pass o per scaricarlo. Dal 31 dicembre potrà funzionare solo per chi ha già ottenuto tale documento senza poter effettuare nuovi download. Tanto più che la certificazione ha cessato di essere richiesta per tutte le attività per cui serviva un anno fa.
A determinare la rimozione dell’applicazione dagli store di Apple, Huawei e di Google è l’articolo 6 del DL del 30 aprile 2020. Il Ministero della Salute interromperà anche il trattamento dei dati personali degli utenti che hanno installato l’app sul proprio smartphone. Niente più notifiche legate al tracciamento dei contatti dunque.
Per Immuni inoltre non ci saranno più altri aggiornamenti, il che comprende anche quelli relativi alla tutela della privacy. L’app è rimasta funzionante e monitorata per ben due anni oltre la prima scadenza fissata al 31 dicembre del 2020 secondo quanto riportato nel Decreto Legge sopra citato. Finalmente però la sua opera non risulta più necessaria.
Oltre a gestire le certificazioni verdi Immuni ha giocato un ruolo importante nell’avvisare le persone qualora fossero state a stretto contatto (inconsapevole) con qualcuno di potenzialmente contagioso. In seguito all’esito positivo di un tampone la persona poteva fornire il proprio codice dell’app. In questo modo poi era l’applicazione stessa a diramare l’allerta ai dispositivi di chi fosse stato per un certo tempo a contatto con l’individuo positivo.
Non è mai stato possibile per gli utenti poter segnalare la positività in autonomia e i codici sono sempre stati variati di volta in volta. In questo modo non era possibile risalire all’identità della persona con cui si era avuto il contatto a rischio.
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