AESVI interviene sulla questione dell’omicidio nel ferrarese

In questi giorni si sta parlando molto del triste episodio avvenuto nel ferrarese, che ha visto protagonisti due adolescenti complici dell’omicidio dei genitori di uno dei due.

Molte testate di rilievo nazionale hanno tirato in ballo il nostro medium preferito, senza alcuna apparente motivazione logica.

L’AESVI, l’Associazione di categoria dell’industria dei videogiochi che rappresenta i produttori di console, gli editori e gli sviluppatori di videogiochi operanti in Italia e promotore di Milan Games Week, dell’Italian Game Developers Summit e del Premio Drago d’Oro, ha deciso di commentare l’accaduto con un comunicato stampa appena arrivatoci:

“Questo tipo di comunicazione, oltre che inaccettabile per l’industria dei videogiochi, è a nostro avviso offensiva nei confronti dei videogiocatori, che oggi in Italia si stimano essere più di 25 milioni di persone. È inoltre scorretta ed ingannevole nei confronti dell’opinione pubblica, in quanto suggerisce una relazione del tutto indimostrata e inesistente fra l’utilizzo di videogiochi in quanto tale e la propensione al crimine. Denota, infine, un ingiustificato accanimento nei confronti del mezzo videoludico.

I videogiochi si sono affermati, soprattutto negli ultimi anni, come uno strumento in grado non solo di intrattenere, ma anche di essere valido supporto nell’ambito dell’educazione e dell’informazione. Troppo spesso non ci si rende conto che queste allusioni rischiano di penalizzare un intero settore che dimostra una sempre maggiore attenzione sia alla qualità dei prodotti sia alla promozione di un utilizzo consapevole degli stessi. Un’industria che proprio nel nostro Paese sta vivendo una fase di fermento creativo che ha portato alla nascita e al consolidamento di numerose realtà di sviluppo indipendenti.

Ci auguriamo quindi che sui videogiochi possa essere fatta una corretta informazione nei confronti dell’opinione pubblica, evitando facili collegamenti non pertinenti, sempre nell’assoluto rispetto del diritto di cronaca”.

 

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