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Agatha Christie: The ABC Murders – la recensione

Se c’è una cosa che non posso pretendere di essere, è un fan di Agatha Christie o di Hercule Poirot. A ogni modo, sono un appassionato di punta e clicca investigativi, in particolare di quelli ambientati nel passato. Ecco perché sono stato felice di recensire Agatha Christie: The ABC Murders, gioco ispirato all’omonimo romanzo della regina dei gialli, tradotto da noi in Italia con il titolo La serie infernale.

La storia inizia senza troppi giri di parole. È il giugno del 1935, e il detective Hercule Poirot – in compagnia del fido amico Dr Watson, ehm… Arthur Hastings – riceve una lettera dattiloscritta da qualcuno che si firma “ABC”. Il misterioso mittente invita l’investigatore a indagare su un delitto che si sarebbe compiuto di lì a pochi giorni nella cittadina britannica di Andover. La tragedia si consuma all’interno di una tabaccheria e la vittima è proprio la donna che gestisce il locale, Alice Ascher. Nei panni di Poirot, quindi, il giocatore è chiamato a esplorare la scena del crimine – in questo caso l’interno del negozio, la strada di fronte, la bancarella di frutta della donna della porta accanto – cercando di non lasciarsi sfuggire alcun indizio. In questo il gioco aiuta molto l’utente, giacché l’investigatore si concentra soltanto sugli elementi rilevanti per il caso in questione.

Il gioco si presenta con un cel-shading piacevole e uno stile british di sicuro impatto.

Quello di Alice è, però, solo il primo di una serie di omicidi sistematici che vengono commessi proprio sotto il naso del detective. Biglietto da visita del serial killer è una guida ferroviaria ABC lasciata aperta nei pressi di ciascun corpo, ovviamente ripulita con cura dalle impronte digitali. Lo sviluppatore, Artefacts Studio, si è evidentemente focalizzato sulla narrazione, scegliendo un approccio che guida i giocatori attraverso gli eventi in maniera lineare. Una volta entrati in ogni area, il gameplay prende forma in quelli che sono – essenzialmente – step minori: l’osservazione, il ragionamento e la deduzione, fasi indispensabili per scovare indizi utili al completamento delle indagini. L’osservazione consiste nello spostare la levetta/mouse sullo schermo per mettere in luce dettagli interessanti, finché non vengono individuati tutti i particolari visivi. Mi ha subito fatto venire in mente Sherlock (avete presente la serie targata BBC?), in cui Cumberbatch riesce a farsi un quadro chiaro della persona o della situazione col solo colpo d’occhio.

Ma la vera sfida proposta da Agatha Christie: The ABC Murders inizia quando bisogna spremere le meningi per la risoluzione di enigmi. La riflessione e il ragionamento sono alla base del titolo e i puzzle stimolano la mente del giocatore in modi diversi. Quelli più comuni ruotano intorno a un oggetto – che sia un grammofono o una valigia con un sistema di blocco complesso – che Poirot deve aprire in qualche modo, al fine di scovare indizi o prove utili. Per riuscire nell’impresa è necessario risolvere i suoi intricati meccanismi; sono puzzle ben progettati e il loro livello di difficoltà è bilanciato. Nessuno è eccessivamente complicato, ma alcuni richiedono più concentrazione per essere completati con successo. L’unica pecca è che gli enigmi più difficili da risolvere non sono direttamente legati al crimine principale, il che li fa percepire come una sorta di deviazione.

È un titolo gradevole da giocare, rivolto non soltanto ai fan del genere.

Nel corso della storia il giocatore riceve Punti Ego, che gli vengono assegnati quando si comporta come Poirot. Questi danno maggiore profondità al gioco, soprattutto quando, interrogando i sospettati, gli utenti vengono ricompensati con più punti se la domanda scelta è vicina al modo di pensare dell’investigatore belga. Ultimo degli step di cui parlavamo è quello in cui entrano in gioco le “celluline grigie” del detective. L’interfaccia della deduzione è, come il resto del gioco, molto intuitiva. Sulla base delle prove che sono state raccolte, l’investigatore deve dedurre motivi e tempi di un determinato misfatto, intrecciando tutti gli indizi reperiti fino a quel momento. Sebbene sia piuttosto semplice all’inizio, la questione si fa più ardua quando ci sono diversi modi per interpretare un accaduto. Si tratta di un metodo, quello scelto dagli sviluppatori, efficace per illustrare la mente meccanica del personaggio e gratifica parecchio quando tutto il montaggio combacia perfettamente.

Interessanti sono poi le ricostruzioni del caso, che avvengono in modalità differenti. La prima, attraverso un menu apposito, si basa su prove e testimonianze raccolte per dare fondo a una tesi che va dimostrata; la seconda, invece, fa partire una sorta di cutscene in cui si deve scegliere la migliore opzione di volta in volta. Sebbene questo sembri un semplice riepilogo, è una trovata accattivante per concludere ogni capitolo. Una volta che le ricostruzioni sono state completate nella storia, vengono sbloccate nel menu principale, cosicché il giocatore possa visualizzarle quando vuole. Nel complesso, Agatha Christie: The ABC Murders è un titolo adatto a tutti. Con l’eccezione di alcuni dei puzzle di cui sopra, si tratta di un’esperienza che non permette al giocatore di “rimanere bloccato”. Ispezionando un cadavere o i suoi dintorni viene indicato chiaramente il numero degli indizi di cui si ha bisogno per procedere, in modo tale da evitare che qualcosa di significativo venga lasciato indietro.

Lo sviluppatore si è evidentemente focalizzato sulla narrazione, scegliendo un approccio che guida i giocatori attraverso gli eventi in maniera lineare.

Oltretutto la quantità di spazio esplorabile è incredibilmente limitata: si ha quasi l’impressione di essere di fronte a un tour guidato del romanzo, scena per scena. Ogni tentativo di deviare dal percorso lineare si traduce infatti in un personaggio che interviene, e che fornisce a voce un rapido promemoria di dove si dovrebbe essere. Non c’è nulla di sbagliato in questo, visto un genere il cui fulcro è la narrazione, ma effettivamente c’è troppa poca libertà. Purtroppo le animazioni dei personaggi sono un po’ legnose, è come se fossero “privi di vita”, il che elimina qualsiasi elemento umano dagli interrogatori. Per essere più chiari, si intuisce che un personaggio è rilassato piuttosto che turbato soltanto perché è il detective a dirlo. Dal punto di vista estetico, comunque, il gioco si presenta con un cel-shading piacevole e uno stile british di sicuro impatto, che si adatta perfettamente alle meccaniche adottate e alla storia raccontata. Per quanto riguarda la longevità, posso dirvi che ci ho messo circa 8 ore per completarlo.

Tirando le somme, Agatha Christie: The ABC Murders potrebbe piacere sia agli appassionati di gialli, che a coloro che apprezzano puzzle ed enigmi. È un titolo gradevole da giocare, rivolto non soltanto ai fan del genere. È relativamente breve e troppo lineare, ma se Artefacts Studio decidesse di realizzare altri episodi dedicati alle avventure di Poirot, alla luce di quanto sperimentato in questa occasione, li giocherei volentieri.

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