Impronte digitali e riconoscimento biometrico del volto: il concordato della FIDO Alliance tra Apple, Microsoft e Google aumenta la sicurezza per gli utenti e facilita i processi di autenticazione attraverso il passaggio ad un nuovo sistema di accesso, per il momento a partire da Android e da Chrome. Ecco di che cosa si tratta.
Il concordato siglato tra Apple, Microsoft e Google, in seno alla FIDO Alliance, per aumentare i sistemi di protezione dai furti di dati personali ha superato nella giornata di ieri, Martedì 12 Ottobre, un importante traguardo: ovvero, l’introduzione da parte dell’azienda di Mountain View del supporto alle chiavi di accesso per il sistema Android e per il browser Chrome.
L’intento é quello di rendere il furto di dati personali un’azione – che, ricordiamo, è un crimine puntito per legge – improba e sempre meno attuabile, sostituendo alle credenziali ipertestuali di accesso ai sistemi informatici il riconoscimento attraverso le impronte digitali ed il volto degli utenti.
Oltre ad aumentare il livello di sicurezza, i nuovi sistemi di riconoscimento intendono anche semplificare e velocizzare i processi di autenticazione, non dovendo più tenere a memoria (sempre più) password e nomi utente e dimenticando i processi di ripristino in caso di dimenticanza o smarrimento.
Per il momento, il nuovo sistema di riconoscimento e di autenticazione attraverso impronta digitale o “face unlock” é disponibile su sistema operativo mobile Android e sul browser di Chrome. Su Android, creare la propria chiave è molto semplice: occorre confermare il proprio account e dunque utilizzare la propria impronta digitale o il proprio volto quando richiesto dal sito web o dall’ambiente informatico a cui si desidera accedere.
Da PC, invece, é necessario utilizzare la tecnologia “cross-platform”: ovvero, muovendosi da Android a Mac o da iOS a Windows, potremo per il momento utilizzare un codice QR. Scannerizzando il codice attraverso la fotocamera dello smartphone, infatti, il sistema riconoscerà la provenienza della richiesta di accesso da parte dell’utente autorizzato.
La tecnologia è in questo momento in fase di sviluppo e, come dicevamo, il suo avvio segna un traguardo importante seppur, occorre precisare, provvisorio, che punta verso un “ecosistema informatico” in grado di consentire a qualsiasi dispositivo di agire con gli stessi criteri. Senz’altro occorreranno anni prima di una diffusione capillare del nuovo metodo di autenticazione, a condizione che, nel frattempo, dimostri effettivamente il valore aggiunto rispetto alle “vecchie” password di accesso.
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