Clona la voce dell’utente e risponde al telefono al posto suo. Ma per ora soltanto in lingua coreana. Lo ha annunciato Samsung, per il suo servizio di assistenza vocale Bixby, ed è al momento già disponibile per gli smartphone con interfaccia One UI 5.0 e superiore, tra cui anche i nuovi Galaxy S23, S23+ e S23 Ultra. Scopriamo tutti i dettagli.
Per il momento é un servizio disponibile solo in lingua coreana. E funziona su smartphones Samsung compatibili con l’interfaccia One UI a partire dalla versione numero 5.0 – tra cui quindi anche i nuovi modelli Galaxy S23, S23+ e S23 Ultra – attraverso l’assistenza vocale Bixby del colosso sud coreano.
Il suo scopo é semplice: rispondere al telefono al posto del suo proprietario. E non con una voce presa a modello, bensì con la sua esatta clonazione. Effettuata dall’applicazione Bixby Custom Voice Creator che, dopo aver registrato alcune frasi della voce di un utente, riesce a crearne una fedelissima copia, difficile da distinguere da quella reale.
Dopodiché, attraverso la funzione Bixby Text Call, l’utente scrive il testo che vuol far recitare alla voce clonata. Ed al resto ci pensa Bixby. Ad alcuni di noi, il servizio parrà simile alla funzione “Filtra chiamata” degli smartphones Pixel di Google. Ed in effetti é così, con la differenza della possibilità di clonare la propria voce, che Pixel non ha (o almeno non ancora).
La funzione di clonazione della voce di Google del 2018 e l’interruzione del servizio nel Dicembre 2022
Una tecnologia del tutto simile venne già introdotta da Google cinque anni fa, attraverso il servizio di Duplex. La funzione si basava sulla tecnologia del machine learning ed aveva lo scopo di consentire la prenotazione tramite telefono di servizi di vario genere con la voce appunto clonata dell’utente.
Google la lanciò però soltanto per la versione desktop, interrotta poi lo scorso Dicembre 2022, senza rilasciare dichiarazioni ufficiali che informassero riguardo ad eventuali ulteriori piani di sviluppo del servizio, in previsione anche di una sua introduzione sui dispositivi mobili.
Tuttavia non mancano le perplessità a riguardo: se la tecnologia si diffondesse, che il suo utilizzo possa incorrere in pratiche improprie é fuor di dubbio. Ed il rischio di furti di identità, perpetrati per gli scopi più disparati (dalla chiamata di un finto preside ai genitori a forme di inganno e frodi assai meno da “bravata” giovanile) sarebbe assai elevato. Insomma: da maneggiare (da parte dei produttori) con estrema cautela. Ricordando, si spera, uno dei principi più importanti della scienza e della tecnologia: e cioè che non tutto ciò che é possibile fare é anche opportuno che lo si faccia.