Non contenta di soddisfare ogni anno la fame di milioni di appassionati di Assassin’s Creed, Ubisoft ha deciso, a partire da quest’anno, di proporre non uno, ma ben due capitoli della famosissima serie degli Assassini incappucciati. Insieme all’attesissimo Assassin’s Creed Unity, infatti, è in uscita nel mese di novembre Assassin’s Creed Rogue, nuovo capitolo della saga dedicato esclusivamente alle console old gen, che per la prima volta in assoluto ci permetterà di vestire i panni nientedimeno che di uno spietato Templare (o cacciatore di Assassini, fate voi). Il titolo chiuderà il ciclo narrativo ambientato in Nord America, facendo nello specifico da collante tra le avventure di Connor Kenway di Asssassin’s Creed III e quelle di Edward Kenway del più recente Black Flag.
L’idea di dare la caccia agli Assassini piuttosto che impersonarli darà modo di avere una visione di insieme finalmente più chiara della millenaria guerra tra i due ordini.
Il protagonista sarà Shay Patrick, un ex membro della Confraternita passato al fronte nemico dopo che gli Assassini hanno tentato di ucciderlo per una missione finita male. Viste le interessanti premesse, il gioco sembra dunque porsi come un originale capovolgimento delle parti che servirà a capire più da vicino la psicologia e le intenzioni dei nemici storici della serie, scoprendoli in questo senso da un punto di vista completamente inedito. L’idea di dare la caccia agli Assassini piuttosto che impersonarli darà modo di avere una visione di insieme finalmente più chiara della millenaria guerra tra i due ordini; qualcosa che fino a questo momento era stato impossibile interpretando lo scorrere degli eventi soltanto da un unico punto di vista. Vedremo forse Shay sterminare gli Assassini guidati da Achille Davenport prima degli eventi di Assassin’s Creed III? Avremo qualche chiarimento in più riguardo alle ambizioni di potere dei Templari nel Mar dei Caraibi? Probabile, anche se per ovvi motivi non possiamo ancora dirlo con sicurezza. Certo è che Rogue ha le carte in tavola per aprire un nuovo filone storico che andrà a rendere ancora più affascinante la complessa trama messa a punto da Ubisoft per la sua serie principe, svelando con molta probabilità tantissime nuove e sconcertanti rivelazioni ai fan.
Passando invece al gioco vero e proprio, le novità in termini di gameplay non sembrano purtroppo così grandi quanto quelle narrative. L’ambientazione è quella del Nord Atlantico, con la possibilità di esplorare non solo la vastità dell’Oceano ma anche le città di Quebec, Alabama e New York (più grande e varia di quella vista in Assassin’s Creed III). Non lo nascondiamo: setting e protagonista a parte l’impressione è di trovarsi di fornte a un gigantesco DLC di Black Flag, con variazioni tecniche e ludiche pressoché inesistenti dall’ultimo episodio, almeno a giudicare da quello che è stato mostrato fino a questo momento.
L’Oceano è uno sconfinato campo da guerra decisamente violento, pieno zeppo di palle di cannone che volano ovunque, imbarcazioni che vanno a fuoco e arrembaggi senza soluzione di continuità.
Nemmeno il passaggio da Assassino a Templare sembra infatti aver modificato quelle che sono le meccaniche tradizionali della serie: le animazioni, il modo di combattere e le azioni stealth del protagonista sono quasi identiche a quelle già viste all’opera impersonando Edward Kenway e in generale gli ultimi Assassini della saga. Per carità, tutto questo ha anche un suo senso: Shay è pur sempre un ex Assassino, ma il fatto che continui a mantenere lo stesso modus operandi di un tempo ci è sembrata più una soluzione di comodo da parte del team di sviluppo nel riciclare gli stessi elementi del capitolo precedente piuttosto che una scelta giustificata dal background narrativo del personaggio.
Le novità in termini di gameplay non sembrano purtroppo così grandi quanto quelle narrative.
Eppure, anche se a primo sguardo Assassin’s Creed Rogue sa inevitabilmente di “già visto”, è solo quando lo si esplora più a fondo che viene a galla qualche piccola novità. Se nelle missioni a terra non sembrano esserci grosse funzionalità inedite, eccezion fatta per una serie di nuove armi ancora più devastanti rispetto a quelle più “artigianali” in dotazione degli Assassini, è quando ci si imbarca nell’Oceano Atlantico che Rogue denota qualche cambiamento più marcato dai suoi predecessori. La prima cosa che salta all’occhio è la presenza di molte navi in più rispetto al passato e in generale la frequenza maggiore con cui vengono affrontate le battaglie navali stesse. L’Oceano è uno sconfinato campo da guerra decisamente violento, pieno zeppo di palle di cannone che volano ovunque, imbarcazioni che vanno a fuoco e arrembaggi senza soluzione di continuità. Insomma, è un inferno in acqua a tutti gli effetti!
Nonostante i numeri, c’è però anche in questo caso veramente poco di nuovo all’orizzonte: tra le novità ci sono da segnalare le macchie d’olio (che sostituiranno i barili) in grado di creare una barriera di fiamme una volta prese fuoco (utile per bloccare le navi nemiche che ci inseguono) e la possibilità di distruggere gli iceberg. L’unica e inconfutabile novità assoluta è insomma la possibilità di fronteggiare gli Assassini (cosa che in verità non suonerà neanche così nuova per chi ha giocato a Black Flag), unico aspetto che, allo stato attuale delle cose, potrebbe far valere l’acquisto di questo nuovo titolo. Insomma, allo stato attuale dei lavori ci rimane un po’ di amaro in bocca per un gioco che ci è sembrato fin troppo impantanato nella tradizione della serie, incapace di osare come invece sta tentando di fare con merito il suo fratellino maggiore (Unity). Ma è anche vero che, se gli Assassini vi sono sempre stati sulle scatole, questa potrebbe essere l’occasione giusta per vendicarvi una volte per tutte. Finalmente… direbbe qualcuno!
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