Assassin’s Creed Shadows sembra voler diventare un gioco onnicomprensivo e ora spuntano anche le meccaniche gestionali. Che c’entrano?!
Ubisoft sembra volere a tutti i costi creare una esperienza di cui continueremo a parlare a lungo (nel bene e nel mare non importa). Assassin’s Creed Shadows pare sarà dotato anche di un apparato gestionale complesso.
Una scelta che sta animando la discussione tra quelli che non vedono l’ora di darsi alle costruzioni nel Giappone feudale e quelli che invece sottolineano con sarcasmo che il gestionale è proprio l’ultima cosa che avrebbero pensato di vedere all’interno di un titolo della saga della fede dell’assassino. A noi ricorda un altro gioco, molto giapponese. Ma magari è solo un’impressione.
All’interno dei giochi del credo dell’assassino lo scopo principale è sempre stato quello di menare le mani nella maniera più silenziosa possibile e riuscire a salvare il mondo, pensare però che anche il gioco ambientato nel Giappone feudale potesse in qualche modo seguire questa linea risulta adesso una velleità di certo naive. Una velleità che si scontra con le idee pirotecniche che sembrano uscire da Ubisoft.
L’ultima in ordine di tempo: permettere ai giocatori di potersi costruire una propria gigantesca fattoria. Lo scopo è quello di avere una base che prende le sembianze di una tenuta via via sempre più regale con meccaniche che, stando a questi rumor e agli screenshot che li accompagnano, in effetti ricordano molto The Sims o City Skylines.
E sul social di una volta era dell’uccellino azzurro la prima domanda è: che c’entrano? Perché qualcuno che vuole entrare nell’universo di Assassin’s Creed dovrebbe poi preoccuparsi anche di costruire la propria villa, avere i propri servitori, organizzare gli spazi? C’è chi ricorda che anche in Assassin’s Creed 2 c’era qualcosa di simile e che in effetti i capitoli successivi hanno poi permesso di costruire una piccola base per il proprio personaggio.
In questo caso specifico, come accennavamo prima, a noi però ricorda qualcosa che invece abbiamo visto altrove. In un videogioco che rientra in un’altra serie, questa molto nipponica, e che continua nella sua follia a crescere e a racimolare successi: Yakuza.
In Like a Dragon Ishin, che guarda caso è ambientato nel momento in cui la capitale stava diventando quella che ora chiamiamo Tokyo, al protagonista viene dato un piccolo appezzamento di terra in cui può coltivare rape, fragole e insalata, giocare con il gatto e partecipare a minigiochi a base di cucina. Anche in quel caso qualcuno potrebbe dire che c’entra?
Ma sappiamo con i titoli della serie Yakuza che i mini giochi a sorpresa sono il marchio di fabbrica di queste esperienze e per tanti sono forse l’unico motivo per continuare a giocare e a rigiocare nei panni del drago di Dojima. Diventerà lo stesso anche per Assassin’s Creed? L’omone di colore che affetta i nemici si troverà anche poi a preparare pesce allo spiedo e minestroni rinvigorenti?
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