Atari, uno dei nomi che hanno fatto la storia dei videogiochi, ha cambiato un’altra volta strategia di mercato dicendo addio ai free-to-play, al mercato mobile, ad Atari casinò e alla produzione di programmi televisivi per concentrarsi solo ed esclusivamente su titoli Premium per PC e console.
Solo a noi sembra una mossa disperata da qualcuno che non ci sta capendo più niente? Prima però di dirvi quello che pensiamo di questa mossa, cerchiamo di capire che cosa effettivamente sta succedendo e quello che dentro Atari hanno deciso di fare. La notizia è che sono bastati 3 mesi per far cambiare idea al board che gestisce la società. Ad aprile, infatti, Atari si era suddivisa in due sottogruppi: Atari Gaming e Atari Blockchain.
La sezione Gaming si sarebbe dovuta occupare del retrogaming in particolare attraverso i titoli mobile e le console VCS. Chiaramente, titoli mobile per i quali avremmo avuto una buona componente free-to-play. Arriva adesso invece la notizia che la sezione Gaming butta alle ortiche i contenuti mobile e si lancerà su prodotti Premium per le Console e per i pc.
Stando alle dichiarazioni fatte quello che Atari Gaming farà sarà concentrarsi per “costruire una linea di produzione forte di giochi Premium su tutte le piattaforme”. Ma tutte queste piattaforme saranno le Console e i PC perché, stando alle dichiarazioni di Rosen, CEO di Atari, “Il premium gaming rappresenta meglio questa esperienza di gioco e il DNA di Atari”, l’esperienza di gioco cui si riferisce è “fornire momenti accessibili e gioiosi di gioco significativo”.
Potremmo cominciare con il ricordare al CEO della società che l’esperienza significativa di gioco può avvenire anche sul mobile e non è strettamente necessario avere a disposizione una console o un PC. Perché, quello che sembra è che Atari stia abbandonando la sezione mobile e free-to-play non tanto per le eventuali limitazioni tecnologiche che potrebbero costringere uno sviluppatore a dover rivedere la grandiosità delle proprie cutscene, per esempio, quanto a un voler scegliere, in parole povere, i giochi che una volta usciti dovrebbero rendere di più. Giochi, tra l’altro, che paradossalmente potrebbero risultare meno impegnativi di un gioco mobile che per sopravvivere e quindi creare guadagno a chi lo produce deve costantemente uscire con contenuti nuovi.
La scelta di cambio di rotta potrebbe anche essere vista da un. punto di vista più etico: c’è chi pensa che l’esperienza mobile dei free-to-play abbia abbassato la percezione del valore del prodotto videoludico ma, da un punto di vista meramente di business, tutti i segnali ci dicono che il futuro di buona parte dei giocatori è con uno smartphone in mano non seduti sul divano o davanti allo schermo di un PC.
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E’ per questo che il cambio per la sezione Gaming ci sembra un po’ strano. Per completare le notizie riguardo questo cambio di direzione, Atari ha anche dichiarato che i giochi free-to-play mobile che hanno avuto successo rimarranno mentre gli altri, quelli un po’ meno di successo, verranno rivenduti ad altri oppure semplicemente spenti. E’ questa frase che ci fa pensare che la sezione Gaming cercherà di concentrarsi sui prodotti che portano guadagno.
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Non c’è niente di male, i videogiochi sono un lavoro e come tale devono permettere di pagare le bollette, ma abbandonare la nave del mobile a nostro avviso potrebbe essere, nel lungo periodo, un errore.
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