Se pensavate che gli NFT fossero il male assoluto sappiate che Atari ha creato forse qualcosa di ancora peggiore: una loot box celebrativa che è un NFT.
E forse quello che è addirittura peggio è che esiste già un acronimo per questo genere di non oggetti: GFT. In cui la G sta per Gift ovvero regalo. E infatti questi NFT verranno acquistati ma chi deciderà di partecipare alla festa organizzata dallo storico sviluppatore di videogiochi non saprà esattamente che cosa ha acquistato fino a quando una specie di countdown non raggiungerà lo zero.
La società, questo gli va dato come pregio, non fa più giochi nuovi da un bel pezzo eppure continua a trovarsi ovunque e probabilmente con questa storia degli NFT modello ovetto Kinder darà un’altra scossetta al mondo dei videogiochi.
Atari crea lootbox NFT, quale sarà il prossimo passo?
Gli NFT solo la nuova moda del momento e nonostante moltissimi artisti e creativi stiano tentando di trovare la propria strada in questo nuovo mercato (non c’è modo di chiamarlo nessun altra maniera) c’è chi come per esempio Keanu Reeves ha le idee piuttosto chiare su quanto secondo lui questo genere di oggetti digitali sia in realtà una barzelletta.
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Non c’è assolutamente modo di prevedere come sarà il futuro di qui a qualche anno, se per esempio la bolla delle criptovalute scoppierà oppure se alla fine il sistema degli NFT ci porterà ad innovazioni anche per esempio nella gestione dei dati personali, aumentando la sicurezza magari anche delle transazioni bancarie o del login sul sito della Previdenza Sociale.
Quello che sappiamo è che intanto le lootbox NFT di Atari saranno su blockchain firmata Ethereum e che il sistema delle lootbox potrebbe addirittura premiare due fortunati (?) partecipanti a questa specie di riffa con un GFT definito “epico”. Bisognerà vedere anche come il mercato delle criptovalute si riprenderà visto che dopo aver raggiunto valori stellari, tutte le principali valute digitali sono colate a picco cancellando in pochi minuti migliaia di dollari di guadagno a causa di incertezze tutt’altro che digitali.
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Atari è stata e a quanto pare continua ad essere una delle società più influenti nei videogiochi nonostante tanti, e in parte anche noi, pensino che lo spirito dell’originale si sia perso ormai un paio di decenni fa. A noi gli NFT non piacciono per tutta una serie di motivi, a partire dal consumo enorme di risorse ambientali, ma c’è qualcuno che pensa che un domani sarà tutto così: immateriale e con solo un codice QR a dirti che possiedi o meno un oggetto, un po’ come la carta di credito che purtroppo ha insegnato a tanti, e nel modo più economicamente doloroso possibile, cosa significa spendere soldi che non si vedono.