Continuiamo a parlare di Atomic Heart e del lavoro che il team russo di Mundfish sta facendo con questo gioco in grado a quanto pare di raggiungere livelli di follia mai visti finora.
In una nuova intervista rilasciata ai colleghi di Gamereactor, per esempio, c’è stato spazio anche per parlare di qualcosa di cui ormai tocca sempre tenere conto ogni volta che esce un videogioco.
Stiamo parlando delle microtransazioni e delle loro varie possibili incarnazioni in quanto strategie per aumentare la monetizzazione. Non c’è niente di male nelle microtransazioni, questo è bene chiarirlo, si tratta di un modello di business come un altro che per esempio funziona più che discretamente nei giochi multiplayer online e in particolare in quelli per smartphone, in cui il gioco base molto spesso è completamente gratuito. Ma, dato che come ricordiamo spesso, fare i videogiochi è un lavoro e come tale va retribuito, occorre inserire qualche cosa con cui gli sviluppatori possano continuare ad andare avanti e pagare le bollette. E le microtransazioni per i giochi online e da smartphone sembrano ideali. Si tratta però di qualcosa che si sta diffondendo anche nei giochi “più grandi”. Ed è quindi una domanda di rito che ormai non si può evitare.
Atomic Heart, mundfish e la promessa per le microtransazioni
Come accennavamo prima, i ragazzi di Mundfish hanno ufficialmente dichiarato qual è la loro posizione e la posizione del loro gioco Atomic Heart riguardo le microtransazioni. Queste le dichiarazioni ufficiali del team: “ Atomic Heart è un gioco a prezzo pieno Tripla A singolo giocatore con nessun orpello aggiuntivo, basta. E ovviamente, stiamo guardando al modo in cui l’industria si evolve e ci sono alcuni trend interessanti che possono essere esplorati in futuro. Condivideremo i piani per i DLC in futuro e per ora non abbiamo idee Riguardo gli NFT“.
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La prima riflessione da fare qui è il fatto che probabilmente in futuro ci saranno dei DLC, un tipo di contenuto aggiuntivo che non ci dispiace e che anzi molto spesso aiuta anche a migliorare il rapporto tra giocatori e gioco perché espande ed esplora aspetti dalla trama principale. Per quello che riguarda gli NFT ovviamente i ragazzi di Mundfish non se la sentono di eliminare l’opzione a priori soprattutto perché occorre vedere, come da loro stessi dichiarato, proprio al modo in cui l’industria si sta evolvendo.
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Paradossalmente, se tutti i developer iniziassero ad aggiungere NFT ai propri giochi (e Dio non voglia succeda) perchè ai giocatori piace questo modo di instaurare un rapporto con il prodotto anche loro potrebbero trovarsi costretti ad aggiungere qualche tipo di Non Fungible Token Non fosse altro che per seguire i trend.