Cosa sono più deleterie nel mondo tech: le fake news dilaganti online, o gli attacchi hacker? Entrambe fanno male: chi in proiezione futura, chi nel presente.
Immaginate un mondo di “allucinazioni” derivanti dall’abuso di Intelligenza Artificiale: ChatGPT, il chatbot più chiacchierato del momento, ma non solo. Immaginate internet con solo fake news, per di questo passo sarà così: non certo un bel futuro ci attende.
Ma gli attacchi hacker che praticamente colpiscono ogni azienda, quotidianamente, in tutto mondo sono un segnale che in questo mondo tech, per certi versi dove c’è una soluzione a qualsiasi problema, bisogna prestare la massima attenzione a cosa facciamo, quando stiamo davanti a un dispositivo. Potremmo essere proprio noi il prossimo obiettivo dei cybercriminali.
I virus sono comunemente annidati sotto un’unica parola, ormai per convenzione: malware. Più semplicemente codice malevolo, iniettato nel nostro dispositivo per distruggere tutto ciò che abbiamo, un po’ per puro sadico piacere di fare male, un po’ per le più disparate rivendicazioni, il più delle volte per svuotare i nostri conti in banca. A questo aggiungeteci un riscatto salatissimo: et voilà, il ransonware è servito.
Ne sa qualcosa MSI, una delle più note multinazionale dell’informatica, di Taiwan, che vanta filiali nelle Americhe, in Europa, in Asia, in Australia e in Sudafrica. Ebbene, Micro-Star International di recente è stata colpita da un attacco hacker senza precedenti per forza d’urto: un attacco informatico su parte dei suoi sistemi informativi. Dopo aver rilevato anomalie di rete, il dipartimento informazioni ha prontamente attivato i meccanismi di difesa pertinenti e ha effettuato misure di ripristino e ha segnalato l’incidente alle forze dell’ordine governative e alle unità di sicurezza informatica.
Attualmente, i sistemi interessati hanno gradualmente ripreso la normale operatività, senza impatti significativi sull’attività finanziaria. Ma l’attacco di Money Message (un rampante gruppo di hackeristi) è stato di quelli importanti: sono entrati in possesso di file che si riferiscono ai framework per lo sviluppo di bios. Il che non è di poco conto. Come se non bastasse, sono ben 4 milioni il riscatto richiesto da Money Message per riportare tutto al suo posto.
Ancora non si sa se MSI ha pagato effettivamente il riscatto, chissà se sapremo mai la verità, l’unica certezza è il colosso di Taipei ha esortato gli utenti a ottenere aggiornamenti firmware/BIOS solo dal proprio sito Web ufficiale e a non utilizzare file da fonti diverse dal sito Web ufficiale. Riecco quell’amletica domanda: meglio un mondo (a medio-breve termine) dove le informazioni online sono generate tutte dalle AI (con allucinazioni dilaganti più o meno annesse) oppure il timore di essere preso di mira da un attacco hacker?
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