A ottobre scorso Capcom aveva annunciato di essere stata vittima di un attacco hacker ransomware portato avanti da persone non identificate e che erano fuggite, virtualmente, con un malloppo pari a 1TB di dati.
Quando ti entrano in ufficio e si portano via le cose cui tieni di più per poi chiedere un riscatto non è bello. Soprattutto quando stai già gestendo i tuoi uffici in mezzo a una pandemia. Capcom si è trovata in questa situazione tra ottobre e novembre 2020, con un gruppo di hacker che è riuscita a inserirsi nei suoi server e a portarsi via parecchi dati e parecchie informazioni riservate.
Ora, con un update sul proprio sito ufficiale, la società ha delineato come è stato possibile per gli hacker compiere questo atto criminale che, però, fanno sapere non ha compromesso le informazioni relative alle carte di credito.
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Ricostruendo tutta la faccenda sul loro blog ufficiale, quelli di Capcom sono riusciti a capire da dove gli hacker sono riusciti ad arrivare ai server americani e giapponesi, rubando però solo i dati depositati sui server americani. La banda del buco informatico si è insinuata nei server di Capcom attraverso un vecchio VPN rimasto come device di emergenza in un ufficio in California.
Nel blog Capcom chiarisce che il device relitto rimasto nell’ufficio americano era un vecchio VPN di emergenza che non era stato ancora cambiato con il nuovo modello proprio a causa dei problemi portati dalla pandemia e dal Covid-19. Tutti gli altri VPN, quindi, erano stati già modificati con un modello più sicuro e aggiornato.
Nel blog è compreso anche un simpatico diagramma che spiega, con la semplicità che solo una società giapponese può avere, come gli hacker, tutti neri e con gli occhi maligni, sono entrati su questa vecchia VPN e, da qui, sono entrati sia negli uffici giapponesi sia negli uffici americani, concentrandosi però sui dati presenti nella succursale americana della società. E portandosi via, oltre ai documenti sulla programmazione delle uscite dei prossimi titoli, anche i dati di 15mila persone.
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Capcom fa sapere anche di aver contattato già gli utenti colpiti dal furto di dati e di essere a disposizione delle autorità dei Paesi coinvolti. Morale della favola? Aggiornate sempre i dispositivi, se può succedere a un colosso del digitale come Capcom, può succedere a tutti.
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