Ban su WhatsApp: perché c’è e come evitarlo? Non rischiare, informati bene

Come avviene per i social anche su WhatsApp è possibile rischiare un ban, a volte in modo inconsapevole per una regola dimenticata. In alcuni casi è temporaneo, in altri purtroppo permanente.

Sia all’interno delle chat di gruppo che di quelle a tu per tu esistono delle regole da rispettare. Su Facebook e Instagram in genere si presta più attenzione visto che ci si rapporta anche attraverso i commenti, ma WhatsApp non fa eccezione. Il team che gestisce la piattaforma è pronto a far scattare il ban in caso si violino le regole, in certi casi per sempre.

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La gravità degli atteggiamenti tenuti dall’utente determina la durata del ban. (Videogiochi.com)

Uno dei casi in cui la sospensione dell’account può essere permanente è quando arrivano molteplici segnalazioni relative allo stesso account. Un ban più leggero può verificarsi qualora un profilo venga bloccato da più persone entro un breve lasso di tempo. Simili segnali destano infatti preoccupazione.

Il ban temporaneo

Uno dei casi più frequenti in cui si applica è quello degli account creati con versioni non ufficiali di WhatsApp, diffuse soprattutto sui dispositivi Android. Ma ci sono anche dei casi in cui si rischia il ban anche in buona fede. Per esempio creare spesso gruppi aggiungendo contatti che non ci hanno memorizzato in rubrica. Il team infatti considera il rischio che queste azioni si rivelino truffe verso gli altri utenti.

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Conversazioni e gruppi con utenti non salvati possono essere un problema…(Videogiochi.com)

Proteggere la privacy degli account è una delle priorità di WhatsApp così come il controllo dello spam. Purtroppo sull’app non è raro che si ricevano messaggi di phishing. Agire bannando i profili sospetti quindi costituisce spesso anche una misura preventiva.

Il ban permanente

Si tratta della forma più grave, che richiede di creare un nuovo account da zero per poter rientrare. Si può ricevere questo blocco qualora si creino gruppi con nomi che violano i Termini di Servizio. Questi comprendono termini volgari, discriminatori o osceni (ad esempio l’uso della parola “stupro) così come riferimenti offensivi a persone o categorie di individui.

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Rapportarsi su una piattaforma richiede rispetto come nella realtà. (Videogiochi.com)

Oltre a chi crea tali gruppi però rischiano il ban anche i membri che sono stati aggiunti, a meno che non si tolgano subito. Lo stesso vale in caso il nome utente scelto rientri fra le tipologie sopra elencate, poiché l’app non intende favorire simili forme di ironia. In caso un profilo compi azioni automatiche il ban permanente arriva repentino.

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