Le microtransazioni tornano al centro della polemica e una nuova legge minaccia di costringere tutti i publisher e i developer a rivedere il loro modello di business.
Il Regno Unito infatti ora ha nuove linee guida su come debbano essere pubblicizzati, e soprattutto come non debbano essere pubblicizzati, contenuti Premium e altri acquisti. Lo scopo finale non è di per sé eliminare le microtransazioni ma far sì che chi si trova davanti lo spot relativo all’acquisto di contenuti Premium o di altre forme di microtransazioni non finisca con il sentirsi in qualche modo obbligato, per esempio da un timer, a fare l’acquisto senza neanche capire bene quanto effettivamente sta spendendo.
Si tratta di una decisione da parte del legislatore inglese che potrebbe aprire la strada a una pletora di restrizioni che potrebbero tranquillamente a loro volta far implodere il sistema delle microtransazioni.
Le microtransazioni devono essere sembrate ai developer come l’uovo di Colombo: qualcosa di facilissimo da creare e da implementare e in grado di produrre guadagni incalcolabili nell’ordine di centinaia di migliaia di euro/dollari/valuta a vostra scelta. Ma si stanno trasformando come quando quel vostro amico vi convince a mettervi dentro un carrello della spesa e a farvi lanciare giù per una discesa modello Bart Simpson: cosa potrebbe andare storto?
In realtà tutto, con opportune strategie di marketing, sembrava filare tutto liscio. Adesso in Inghilterra la Advertising Standard Authority, o ASA, ha rilasciato nuove linee guida secondo cui, per esempio, le pubblicità che riguardano acquisti fatti attraverso la moneta fittizia del videogioco debbano sempre avere chiaro l’equivalente in moneta reale di quello che si sta spendendo, di quello che si possiede e di quello che mancherebbe per completare l’acquisto.
C’è da dire che nessuno tecnicamente è costretto a seguire le regole imposte dalla ASA, dato che si tratta di un organo che non è in grado di comminare nessun genere di multa alle società che operano in Inghilterra. Ma quello che può fare è riportare i comportamenti non aderenti a organi che sono invece in grado assolutamente di comminare multe e bloccare eventuali guadagni.
Gli inglesi potrebbero quindi essere i primi a risparmiarsi, oltre che i soldi, di vedere ancora le scritte “offerta a tempo limitato!” “Affrettati!” e simili in qualunque gioco contenente acquisti in app.
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Il problema delle loot box e delle microtransazioni deriva in realtà dal fatto che possono essere assimilate al gioco d’azzardo, qualcosa che almeno i bambini non dovrebbero se non con la Tombola del giorno di Natale e che rischiano in soggetti fragili di scatenare dipendenze.
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