Le vie di mezzo sono sempre un rischio per le software house ma Gearbox Software ci presenta con Battleborn un titolo molto interessante e ambizioso.
A cavallo tra un MOBA e uno shooter in prima persona, il nuovo titolo dei creatori di Borderlands riesce da subito a coinvolgere il giocatore con la sua grafica fumettosa e un gruppo di personaggi molto ben caratterizzati. A storpiare l’ottima presentazione vi è però un problema decisamente pesante e che ha da subito influito su quella che è sarà la votazione finale: la totale instabilità dei server. Prima di poter sbloccare le due modalità di gioco principali (storia e multiplayer) è infatti necessario completare l’obbligatorio prologo, fase introduttiva del gioco che ci permette di apprendere le semplici meccaniche del gameplay.
Dal tutorial iniziale alle frenetiche battaglie in multiplayer, fino alla modalità storia cooperativa o privata, le frequenti disconnessioni hanno impedito costantemente a Battleborn di mostrare le sue vere qualità, costringendo il team di Gearbox a lavorare immediatamente per porre un rimedio alla situazione riscontrata da moltissimi utenti sia su steam che sui forum ufficiali del gioco. Cose di questo tipo, come anche code infinite per accedere a una partita mentre si è all’interno di una lobby sono però dei problemi abbastanza frequenti in titoli di questo genere, soprattutto nei loro primi giorni di vita.
Punto focale in Battleborn è infatti la formazione di un team efficace, in grado di sfruttare le abilità di ogni giocatore e dell’eroe da lui utilizzato.
Problemi di connessione a parte, Battleborn riesce perfettamente a richiamare il ben conosciuto stile della serie Borderlands. Accattivanti musiche rap-spaziali e protagonisti dotati di carisma da vendere, rendono ogni missione o competizione PvP coinvolgente e frenetica. A migliorare il già nutrito roster di eroi disponibili vi è la presenza di una moltitudine di elementi di personalizzazione. La sopraccitata semplicità viene infatti ottimamente bilanciata dalle opzioni a disposizione del giocatore per rendere ognuno dei 25 personaggi a disposizione ancora più unico. Completando missioni e giocando con una delle tre modalità player vs player a disposizione sarà possibile accumulare punti esperienza per migliorare le abilità a disposizione e nuovo equipaggiamento.
Come già accade in ogni rappresentante del genere MOBA, ciascuno dei personaggi presente nel gioco permette al giocatore di trovare la sua dimensione di gioco ideale. Da insormontabili tank a cecchini infallibili, il titolo di Gearbox riesce a rendere ogni partita giocata potenzialmente unica grazie all’esagerata presenza di variabili. Punto focale in Battleborn è infatti la formazione di un team efficace, in grado di sfruttare le abilità di ogni giocatore e dell’eroe da lui utilizzato.
Battleborn è in definitiva un frutto ancora acerbo che Gearbox dovrà continuare a coltivare prima di essere abbastanza maturo.
A differenza di molti altri giochi, Battleborn non presenta eccessive disparità di intrattenimento tra modalità storia e multiplayer competitivo; entrambe riescono infatti a mettere in risalto la cooperazione e ogni giocatore si ritroverà facilmente ad alternare partite PvP a partite PvE senza neanche rendersene conto. Le tre modalità multiplayer a disposizione presentano la classica formula del team vs team, due gruppi di giocatori che si affronteranno come sempre all’ultimo sangue. In “Devastazione”, il gruppo dovrà scontrarsi per mantenere il possesso di punti della mappa specifici, in “Incursione” si dovrà invece attaccare a testa bassa, con l’intento di conquistare la base nemica e proteggere allo stesso tempo la propria. Infine, nella modalità “Fusione”, entrambi i team saranno costretti a farsi strada per raggiungere la parte centrale della mappa, dove dovranno “offrire dei sacrifici” per ottenere la vittoria… una modalità decisamente alternativa e abbastanza originale. La storia sarà invece utile per sbloccare ulteriori personalizzazioni per i nostri combattenti preferiti, approfondendo nel contempo la loro trama personale e sviluppando le loro abilità, non mancando ovviamente di gettare luce sulla particolare ambientazione Sci-Fi. Dovete infatti sapere che l’universo di Battleborn è ormai illuminato da una sola stella, Solus, e le cinque fazioni rimaste sono impegnate nel trovare un modo per sopravvivere, anche se questo vorrebbe dire eliminare le altre. Un classico!
La grafica di Battleborn contribuisce ulteriormente a rendere il titolo accattivante ed esplosivo, in tutti i sensi… forse anche troppo. Colori sgargianti, detonazioni in ogni dove e uno stile dei personaggi fumettoso, garantiranno un mix imperdibile per tutti coloro che hanno amato la saga di Borderlands, anche se questo eccesso potrebbe far storcere il naso ai neofiti. L’esagerazione è infatti da sempre uno dei punti deboli ma contemporaneamente forti dei titoli di Gearbox e la realtà più cruda è che si finisce sempre per amarli o per odiarli, con pochissime vie di mezzo. Battleborn, come dicevamo poc’anzi, presenta anche delle pecche a livello tecnico per quanto riguarda la stabilità dei server ed anche alcuni fastidiosi bug. Terminare una partita, singola o multiplayer che sia, è stata infatti un’impresa decisamente ardua: frequenti crash e altrettanti “stuck” all’interno di qualche oggetto non hanno sicuramente aiutato a rendere piacevole la stesura di questa recensione, ma bisogna guardare avanti in questi casi e riuscire a determinare cosa abbia effettivamente funzionato e cosa no.
Il mix offerto non fa altro che far apparire Battleborn come uno spin-off di Borderlands dotato degli elementi caratteristici dei MOBA.
Battleborn è in definitiva un frutto ancora acerbo che Gearbox dovrà continuare a coltivare prima di essere abbastanza maturo. Nel frattempo, il panorama degli MMO è però pronto ad accogliere altri titoli che prepotentemente si stanno avvicinando e non mancheranno di mietere vittime tra i giochi meno solidi. Anziché puntare fin da subito sul numero di eroi messi a disposizione, la software house avrebbe forse dovuto cercare di concentrare i suoi sforzi nel far brillare almeno uno degli aspetti del gioco e pianificare maggiormente il lancio del gioco. Il mix offerto non fa altro che far apparire Battleborn come uno spin-off di Borderlands dotato degli elementi caratteristici dei MOBA. Né carne né pesce direbbe qualcuno, ed è un vero peccato.