Il nome di Bayonetta è uno di quelli che si pronunciano quasi con soggezione, con la consapevolezza di toccare un argomento speciale. Il primo titolo dedicato all’affascinante strega, uscito nel 2010 per Xbox 360 e PlayStation 3, poteva solo apparentemente passare per l’ennesimo prodotto della fortunata formula God of War/Devil May Cry (il riferimento al secondo è particolarmente indicato, visto che il creatore di entrambe le serie è lo stesso, micidiale, Hideki Kamiya): si trattò, semplicemente, del titolo capace di spostare più in alto gli standard dell’action game, imprimendosi nella memoria come una delle esperienze più esaltanti della generazione videoludica che volge al termine. Nella memoria di chi ci ha giocato, almeno, e purtroppo non sono stati abbastanza (se non siete tra loro, sappiate che non è a leggere questa anteprima che dovreste trovarvi in questo momento): a causa delle vendite poco soddisfacenti, la possibilità di vedere, un giorno, un “Bayonetta 2” sembrava farsi sempre più debole. Fino a quando non è avvenuto l’impensabile, vista l’accentuata dimensione giocosamente pruriginosa del prodotto: si è fatta avanti Nintendo, indossando le vesti di publisher e rendendone possibile un seguito.
Bayonetta 2 assomiglia moltissimo al primo episodio, e in questo caso non può che trattarsi di un bene.
Dov’è l’inghippo? Bayonetta 2, che infine si è effettivamente concretizzato, comparirà in esclusiva per Wii U. E non si tratta di una di quelle “esclusive” destinate regolarmente a giungere su altre piattaforme a distanza di qualche mese: Bayonetta 2 arriva sulla console Nintendo per restarci, e questo porta la discussione su punti differenti. Ci si aspetterebbe, infatti, di dover rispondere alla domanda “Com’è Bayonetta 2?”, ma questa passa in secondo piano: Bayonetta 2 è bello, bellissimo, è elegante e sensuale quanto la mise nera (spoiler alert: in realtà sono i suoi stessi capelli) che fascia il corpo della protagonista. La domanda che bisogna porsi davvero è un’altra: “Compreremo un Wii U solo per giocare a Bayonetta 2?”. E la risposta, che sembra fuori da un tempo in cui le cosiddette killer application sono praticamente un ricordo del passato, è: “Probabilmente sì”. La console di Nintendo ha sicuramente bisogno di contenuti più adulti e meccaniche che possano attirare gli hardcore gamer verso il suo particolare pad, e nulla meglio di un nuovo Bayonetta sembra incarnare queste caratteristiche.
La console di Nintendo ha sicuramente bisogno di contenuti più adulti e meccaniche che possano attirare gli hardcore gamer verso il suo particolare pad.
Bayonetta 2 assomiglia moltissimo al primo episodio, e in questo caso non può che trattarsi di un bene.
Anche se a oggi la trama rimane avvolta dal mistero (e sappiamo che il primo episodio, nonostante la viscerale impronta action, non mancava di una narrazione solida), abbiamo avuto più occasioni di provare le fasi di gioco vere e proprie, e quanto si è visto non sembra essere definibile con aggettivi meno intensi di “straordinario”. La sessione mostrata comincia con uno strenuo combattimento a bordo (inutile sottolineare come l’espressione corrisponda in questo caso a “sopra”) di un jet in volo sopra una innominata città, per poi proseguire, dopo l’abbattimento del velivolo, su un treno in corsa e culminare in una battaglia che definire epica è poco, in una continua ascensione (nel secondo capitolo gli scontri possono avvenire anche in volo) verso l’apice di un grattacielo.
Abbiamo visto la rivale/partner Jeanne venire risucchiata in un’altra dimensione, e il demone (precedentemente alleato) Gomorrah rivoltarsi contro Bayonetta, quindi gli eventi non sembrano scarseggiare.
I fortunati che hanno giocato al prequel su PS3 e XBOX 360 troveranno certamente grandissima familiarità nelle meccaniche di questo nuovo episodio: l’azione si svolge entro gli stessi canoni, con un ritmo forsennato e la possibilità di creare interminabili combo abbinando colpi differenti.
Rimane il cosiddetto Witch Time, che si attiva nel momento in cui un colpo viene schivato all’ultimo istante (quanta finezza, finalmente adeguata a un videogame che vuole essere “femminile”!) e regala preziosi secondi di slow-motion, utili a piazzare ancora più colpi. È invece una novità, sebbene vicina alla magniloquenza a cui siamo abituati, l’Umbra Climax, che permette, al riempimento di un’apposita barra, di scatenare devastanti attacchi speciali. Scanditi nelle loro varie tipologie, questi ultimi creano strabilianti coreografie di suoni e colori, con i capelli della protagonista che si estendono diabolicamente in foggia di creature gigantesche e i colpi “Tortura” che lanciano i nemici dentro elaborati strumenti di morte spuntati dal nulla.
I nemici in questione appartengono ancora alle schiere angeliche, e tra gli sfavillanti ornamenti dorati mostrano fattezze non meno mostruose dei demoni che pure, in Bayonetta 2, potremo trovarci di fronte come avversari. E se i nemici “comuni” sono poco più che carne da macello sotto le lame della protagonista, i boss hanno dimensioni davvero imponenti, e metteranno a dura prova i riflessi del giocatore nel corso di lunghi scontri seguiti impeccabilmente dalla telecamera virtuale.
Tutto il resto rimane nel reame della supposizione: sarebbe interessante vedere applicazioni più creative del touch, e si è parlato di un comparto multiplayer per due giocatori del quale non è ancora stato svelato nulla. Poi, naturalmente, c’è la storia: abbiamo visto la rivale/partner Jeanne venire risucchiata in un’altra dimensione, e il demone (precedentemente alleato) Gomorrah rivoltarsi contro Bayonetta, quindi gli eventi non sembrano scarseggiare. L’unico pericolo concreto è che il taglio di capelli della protagonista sia l’unico aspetto di rilievo a mostrare seri cambiamenti in occasione del secondo episodio. Ma, se anche fosse, si tratterebbe davvero di un problema?
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