Attenzione, abitanti della Terra, gli alieni hanno invaso il pianeta, e sono qui per rubare… le nostre mucche! Uno slogan degno dei film di fantascienza anni ’50/’60, e non è un caso, perché proprio a quell’immaginario si rifà Beware Planet Earth!, opera prima del promettente studio di sviluppo francese Lightmare. Il titolo è un classico tower defense, cioè un gioco che mette il giocatore nella situazione di dover difendere qualcosa, in questo caso le mucche, da una forza ostile, gli alieni; esattamente come accade in Plants VS Zombies, dove dobbiamo difenderci da un orda di non morti affamati di cervelli umani con le piante del nostro giardino.
La griglia di gioco 10×9 ideata da Lightmare Studios è sufficientemente grande da poter generare percorsi e mappe piuttosto complessi senza rischiare di trasformare l’esperienza di gioco in una fonte di stress.
Beware Planet Earth! è un titolo che parte dalla più classica delle strutture, quella degli strategici di difesa, per deviare su un percorso che fa della creatività narrativa e della cura dei singoli livelli il suo cavallo di battaglia. Non si può dire che si tratti di un titolo originale, soprattutto in riferimento alle meccaniche di fondo, ma è un tower defense bello da vedere e divertente da giocare, che possiede tutte le qualità giuste per affiancare l’immortale Plants VS Zombies in questo peculiare genere.
Per poter utilizzare le macchine è necessario spendere degli “ingranaggi” che vengono accumulati attraverso degli speciali aggeggi, le “cogs machine”, letteralmente “macchine a ingranaggi”.
A livello estetico, il titolo di Lightmare Studios si mostra estremamente curato, con un spirito citazionista, che personalmente trovo assai stimolante e che infatti mi spinge inevitabilmente a cercare ogni singolo riferimento. Gli alieni di Beware Planet Earth! sono un palese omaggio a quelli del serial TV sci-fi già fonte di ispirazione per Tim Burton nel suo Mars Attacks! (notare la presenza del punto esclamativo in entrambi i titoli), con grossi cervelli ben in evidenza e corpicini minuscoli racchiusi in una tutina dalla forma ellittica. Sono numerosi i diversi tipi di extraterrestre, ciascuno con una caratterizzazione grafica che lascia intendere in modo semplice le caratteristiche che lo distinguono dagli altri suoi pari. Uno stratagemma molto intelligente, che permette di riorganizzare immediatamente la propria strategia sulla base dei nemici attualmente presenti sulla griglia di gioco.
È un tower defense bello da vedere e divertente da giocare, che possiede tutte le qualità giuste per affiancare l’immortale Plants VS Zombies.
Sono inoltre evidenti, anche ai giocatori meno hardcore, i numerosi riferimenti all’universo Valve. Si va dall’alieno-Gordon Freeman, con il suo riconoscibilissimo pizzetto e la tutina gialla e grigia, all’alieno-soldato di Team Fortress 2, con il suo lanciarazzi gigante e l’elmetto che gli copre gli occhi. Citazioni che non si limitano a un mero riferimento estetico, ma che cercano di ricalcare anche caratteristiche e comportamenti dei loro rispettivi originali. Non posso non citare gli alieni Red Ninja, che indossano il rosso perché “è più veloce” e il loro motto è “Cowabunga”… vi ricorda qualcosa?
L’altro elemento chiave del titolo sono gli strumenti messi a disposizione del giocatore come armi di difesa: questi ultimi sono rappresentati da un’ampia gamma di astrusi macchinari retrò che vengono disposti dal giocatore lungo il sentiero che gli alieni possono percorrere, solitamente ben evidente rispetto al resto della griglia di gioco. Per poter utilizzare le macchine è necessario spendere degli “ingranaggi” che vengono accumulati attraverso degli speciali aggeggi, le “cogs machine”, letteralmente “macchine a ingranaggi”, che, una volta disposte sul terreno di gioco, cominciano a sfornare questi speciali elementi a intervalli regolari. Quindi, mi raccomando, siate parsimoniosi nell’uso degli ingranaggi e nella creazione di macchinari!
Non si spaventino i casual gamer più inesperti: nel caso in cui la posizione di uno degli strumenti di difesa non vi convinca, potrete sempre distruggerlo tramite il comodo bottone (rosso) dell’auto-distruzione.
Oltre a macchinari che sparano razzi, altri che congelano e così via, il giocatore è dotato di un pericolosissimo Zapper, linea ultima di difesa contro l’invasione. Quest’arma è una normalissima pistola laser che permette di uccidere rapidamente gli alieni che si sono avvicinati troppo alla nostra mandria. L’unico limite imposto all’uso dello Zapper è dato dal suo surriscaldamento, e purtroppo, una volta danneggiato, servono diversi secondi affinché venga riparato. Questa pistola ha inoltre l’indiscutibile pregio di poter fungere anche da raggio potenziatore per i macchinari.
La griglia di gioco 10×9 ideata da Lightmare Studios è sufficientemente grande da poter generare percorsi e mappe piuttosto complessi senza rischiare di trasformare l’esperienza di gioco in una fonte di stress, e la varietà di armi e nemici contribuisce a creare delle divertentissime dinamiche.
Sebbene, come ho detto in apertura, Beware Planet Earth non brilli per originalità, è dotato di un fascino tutto suo che riesce a distinguerlo dai numerosi titoli tower defense in circolazione, un genere che negli ultimi anni ha riscosso sempre maggior successo, grazie soprattutto alla diffusione di tablet e smartphone. Il mondo del gaming sta decisamente cambiando.
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