Comprare su Amazon non sarà più bello e comodo, e soprattutto economico, come è adesso. I prezzi rischiano di crescere in modo incontrollato.
Fare shopping online è stata un’attività che abbiamo imparato tutti durante la pandemia, ma c’è il fondato rischio che ora comprare su Amazon diventi molto più complicato dal punto di vista economico.

E il problema potrebbe non essere solo localizzato. È chiaramente tutto dovuto ai dazi che l’amministrazione Trump sta imponendo (per poi togliere, per poi rimettere) alle merci che arrivano dalla Cina.
Come si fronteggia una situazione di questo tipo? Una domanda che ovviamente si pongono non solo quelli che su piattaforme come Amazon mettono i propri prodotti, ma anche i clienti.
Cosa succederà ai prezzi dei prodotti su Amazon? C’è il rischio aumento globale?
Viviamo in un periodo storico in cui non possiamo negare che tutto è collegato, soprattutto perché alcune parti del mondo si sono lentamente trasformate in centri di produzione per l’intero globo, mentre altre zone sono diventate per lo più centri di smistamento e luoghi in cui i prodotti vengono acquistati più che realizzati attivamente.

Con la nuova amministrazione Trump che a quanto pare sta cercando in tutti i modi di costringere i produttori che si trovano nel mercato americano a spostare le fabbriche sul suolo statunitense (i dazi servono sostanzialmente a questo), è tutto il sistema globale del commercio che rischia di andare in crisi.
Perché quello che è lo scopo di Trump, ovvero spostare la produzione sul suolo americano per far aumentare così l’economia nazionale, è in buona sostanza una pia illusione che anzi rischia di avere effetti deleteri anche ben al di fuori dei confini americani.
Perché il sistema globalizzato del mercato mondiale, in cui entrano anche piattaforme come Amazon oppure Temu e tanti altri siti di e-commerce, si è ormai stabilizzato su un circuito che parte da Paesi come Cina e Taiwan.
Nella sua lotta contro il prodotto cinese, Trump ha però deciso di innescare una serie di dazi che moltiplicherebbero in maniera esponenziale le spese per le merci in arrivo dalla Cina negli Stati Uniti. Con l’aumento delle spese che gli eventuali rivenditori dei prodotti cinesi devono o dovranno affrontare, è chiaro che anche i prezzi finali per i consumatori dovranno aumentare.
È chiaro che a risentirne di più saranno i clienti americani e chi comprerà sulla piattaforma degli e-commerce che spedisce sempre prodotti provenienti dalla Cina ma rivenduti da venditori americani.
Le alternative possono essere trovate, ma ci vuole tempo e soprattutto ci vuole una maggiore consapevolezza del luogo in cui vengono prodotti quegli oggetti che si acquistano ogni giorno.
Potrebbe però essere anche un momento per scoprire quanto di quello che compriamo ogni giorno e che pensiamo appartenga ad un brand in realtà non è altro che il frutto di una piccola fabbrica cinese in cui qualcuno si preoccupa poi, a fine lavorazione, di aggiungere un adesivo.