I Buoni Postali sono al centro di una sentenza che è destinata a trasformarsi probabilmente in una ottima notizia per tanti.
I Buoni Postali sono un ottimo sistema per investire denaro su qualcosa di sicuro. Ma ci sono regole precise che vanno rispettate. Se non vengono rispettate anche questa forma di risparmio e investimento non vale più nulla.
Una recente sentenza del tribunale riporta i Buoni Postali al centro delle discussioni e potrebbe anche legittimamente rimettere molto denaro nelle tasche di chi li ha acquistati e poi ha avuto problemi con la riscossione di quanto era stato maturato nel tempo.
I Buoni Postali sono una forma di risparmio e di investimento che vengono periodicamente emessi da Cassa Depositi e Prestiti e che possono essere acquistati attraverso Poste Italiane. A seconda della tipologia di buono che si acquista si può ottenere, alla scadenza, una somma maggiorata di una percentuale precisa. C’è per esempio quello a 4 anni con un rendimento annuo del 1,5% oppure quello a 7 anni sostenibile con il tasso del 2%.
I Buoni sono un ottimo modo per investire se non sei pratico. Ma, anche solo da questi esempi, risulta evidente che i buoni hanno una scadenza oltre la quale vanno riscossi, pena la loro prescrizione e quindi l’impossibilità di recuperare le somme. Una recente sentenza ha però riscritto in parte proprio le regole della prescrizione. Una donna si è infatti vista riconosciuta la propria posizione contro Poste Italiane.
Il giudice ha deciso in favore della signora perché è stato dimostrato che non le è stato fornito un documento adeguato in cui le era spiegata anche la data di scadenza dei suoi buoni. Ignorando quale fosse la data ultima entro la quale avrebbe dovuto riscuotere il denaro accumulato sui Buoni Postali, la prescrizione stessa non era valida.
Poste in questo caso è stata quindi obbligata a restituire alla signora non soltanto il denaro che era stato inizialmente investito ma tutti gli interessi maturati nel tempo. La motivazione della sentenza a favore della signora è da andare a cercare nella legge italiana e in particolare nell’articolo 2935 del Codice Civile che parla di cosa può ritenersi un impedimento legittimo alla prescrizione.
Secondo la posizione di Poste Italiane il rimborso dei Buoni Postali prescritti non era dovuto alla signora perché avrebbe dovuto da sola sapere quelle che erano le condizioni e perché avrebbe potuto in qualunque momento chiedere informazioni per esercitare il suo diritto nei termini di legge.
Questa difesa di Poste però non è stata accettata e la società è stata ritenuta colpevole di condotta omissiva nonché di infrazione al decreto ministeriale del 19 dicembre 2000 che è quello che gestisce nel dettaglio i Buoni Postali fruttiferi. La prossima volta che quindi decidi di attivare dei Buoni Postali devi assicurarti innanzitutto di avere tutte le informazioni ma anche sapere quali sono eventualmente i tuoi diritti se devi esercitarli.
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