Call of Duty 6 rischia di diventare ingiocabile? C’è una nuova legge che lo punge sul vivo e che rischia di essere un problema serio.
Sono moltissimi ovunque nel mondo quelli che aspettano l’edizione annuale di Call of Duty. Il nuovo capitolo arriverà il prossimo 25 ottobre in anteprima ma è già prenotabile. Il costo per il gioco sviluppato da Treyarch e Raven software è di circa 80 euro.
C’è però una nuova legge passata da poco che potrebbe costringere a cambiare almeno in parte il modo in cui Activision e i suoi team di sviluppo vogliono gestire il titolo. Una legge che per certi aspetti è arrivata in un momento ideale per i giocatori. Ma non in un momento ideale per publisher e developer.
Non siamo ancora arrivati al punto in cui i videogiochi in cui si possiedono e si utilizzano armi da fuoco sono ufficialmente banditi. Ed è molto probabile che una legge del genere non arriverà mai. Proprio perché, e sotto sotto lo sappiamo tutti, l’idea di una valvola di sfogo di questo tipo aiuta anche a gestire la rabbia che si può provare nei confronti del prossimo o dell’universo creato. La legge che è stata emanata da poco riguarda invece un aspetto molto specifico dell’esperienza di Call of Duty 6. Ma non solo del nuovo CoD.
Per facilitare la vita ai giocatori sappiamo che Activision ha previsto una modalità sempre online. Questa modalità consentirebbe lo streaming delle texture e non l’ingombro sugli hard disk. Un modo quindi per evitare di fare il bis di polemiche quando abbiamo scoperto che Modern Warfare 3 mangiava 200 GB di memoria.
Ma il requisito della connessione sempre attiva, se da una parte può aiutare nell’esperienza, dall’altra di certo può risultare un problema per chi non ha una buona connessione internet e rischia così di perdere progressi anche in modalità single player.
Oltre a questo problema, però, il requisito di connessione sempre attiva inserisce a pieno titolo Call of Duty 6 nella nuova legge varata dallo Stato della California in cui è scritto a chiare lettere che se i giochi funzionano solo attraverso dei server online deve essere scritto altrettanto chiaramente che il giocatore non sta acquistando il gioco e che quindi tecnicamente non lo possiede ma che sta semplicemente acquistando una licenza a tempo.
Il motivo di questa legge, e lo spiegano i suoi promotori, è quello che è successo quando Sony, che è anche al centro di una bega legale non da poco, ha deciso di eliminare dal proprio catalogo, e dai cataloghi dei suoi utenti, i contenuti marchio Discovery che questi avevano acquistato. Una situazione che poi si è riproposta quando Ubisoft ha chiuso The Crew. Questi due esempi hanno convinto Jacqui Irwin, promotrice della legge, a fare qualcosa.
Il nuovo requisito di legge prevederà quindi che nel disclaimer, che si trova già visibile nel momento in cui volete acquistare Call of Duty 6, ci sia scritto con un font più grande o con un colore diverso che non state nei fatti comprando nulla e che siete consapevoli che quello che vi viene dato può essere tolto in qualunque momento.
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