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Call of Duty vince contro un famosissimo wrestler

Call of Duty, famoso franchise sparatutto in prima persona, vince la causa contro il wrestler Booker T. Huffman.

Causa per Prophet in Black Ops 4 (foto: YouTube).

Nessuno si sarebbe aspettato di vedere il franchise videoludico Activision contro un wrestler professionista, ma delle volte possono succedere anche queste cose, anche se non si tratta di una collaborazione.

Booker T. Huffman, conosciuto da tutti come Booker T, nel febbraio 2019 ha iniziato una causa contro Activision a causa di un personaggio di Black Ops 4, Prophet, secondo il wrestler troppo simile all’immagine che si è costruito ad inizio carriera. Dopo due anni e mezzo circa, la sentenza però non ha dato ragione a Booker T.

Call of Duty, nessuna violazione (ovviamente) di copyright

Booker T sul ring (foto: YouTube).

La tesi sostenuta dagli avvocati di Huffman riteneva che Prophet fosse uguali nell’abbigliamento, nella capigliatura e nelle espressioni a G.I. Bro; le coincidenze sono sembrate troppe ai legali del wrestler.

Activision, dal canto suo, si è difesa rispondendo come, secondo questo ragionamento, anche G.I. Bro sarebbe una copia ad esempio, esclusa la capigliatura, dell’immagine che si è creato The Rock. Ovviamente, la difesa è stata piuttosto ironica, ed ha voluto sottolineare come Huffman non possa avere un copyright né su un determinato tipo di capigliatura, né tantomeno su movenze ed espressioni.

La giura ha dato ragione ad Activision (via Kotaku), non trovando nessuna violazione di copyright da parte dell’azienda, con estrema soddisfazione della difesa che, secondo le parole dei legali, non aveva mai avuto dubbi riguardo la sentenza.

Huffman ne è uscito dunque sconfitto, così come il suo collega Lenwood “Hard Rock” Hamilton che, nel 2017, aveva invece impiantato una causa contro Epic Games per il personaggio di Gears of War Augustus Cole. Partita comunque un decennio dopo la prima apparizione del personaggio, dopo due ricorsi, la causa si è conclusa definitivamente e, ancora una volta, non è stata evidenziata nessuna violazione di copyright.

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Insomma, un periodo non di certo fortunato per le cause dei wrestler anche se, viste le ragioni portate, è difficile che, in generale, le si possa accogliere.

La console Sony (foto: YouTube).
Manuel Lucaroni

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