Il senior creative director Bret Robbins ha fornito alcune indicazioni importanti riguardo alla propria visione per Call of Duty: WWII, che dovrebbe proporre, a suo dire, un focus maggiore sui personaggi.
“Il nostro racconto è decisamente incentrato sui personaggi. I momenti salienti della storia potrebbero non colpire molto il giocatore se venisse a mancare l’empatia con i personaggi. Il climax del nostro racconto vive e muore con il grado di coinvolgimento che avete nei confronti dei personaggi. È un considerevole rischio con cui i videogiocatori devono combattere ogni tanto”, ha spiegato Robbins in un’intervista concessa a Glixel (via).
“Firewatch è uno dei giochi che preferisco, Gome Home è stato grandioso. I giochi stanno maturando e il loro pubblico si è fatto sofisticato. Gli utenti si aspettano una bella storia, non solo dalle grandi produzioni, ma anche dai giochi indipendenti, e l’intero genere è in continua evoluzione. Virginia è un altro ottimo esempio. Io ho decisamente tratto ispirazione da queste produzioni”.
L’esponente di Sledgehammer Games ha chiarito le intenzioni del team di sviluppo, che non vuole produrre un Call of Duty anonimo o rivolto solo al multiplayer.
“Vogliamo realizzare qualcosa di significativo e profondo. Serve calma, per bilanciare la follia. Sono necessarie entrambe le parti. Abbiamo imparato da questi giochi, e stiamo tentando di infondere quello spirito nel nostro”.
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