The Callisto Protocol, sviluppatori non vogliono portarlo sul Game Pass

Sul Game Pass di Xbox è tutto più bello ma non The Callisto Protocol. I suoi sviluppatori hanno deciso infatti di non sbarcare sul servizio di abbonamento delle console Microsoft. Hanno i loro motivi ma di certo tanti giocatori non saranno contenti.

E il motivo è semplicemente che non è vero che è tutto più bello sul Game Pass, almeno questo il loro punto di vista. Preparatevi quindi a smettere di aspettare che il prossimo grande horror dai tempi di Dead Space appaia tra gli oltre cento giochi sempre disponibili a rotazione e a comprarlo, come ai vecchi tempi.

The Callisto Protocol, sviluppatori non vogliono portarlo sul Game Pass
The Callisto Protocol, sviluppatori non vogliono portarlo sul Game Pass (foto: Youtube)

Il problema, come emerso in una recente intervista con i colleghi di True Achievments, è la struttura del gioco di Striking Distance Studios e la struttura del Game Pass di Xbox. Due realtà che i developer non sentono possano essere conciliate.

The Callisto Protocol non è un gioco da Game Pass

L’erede diretto di Dead Space si configura, questo anche nelle parole stesse dei suoi sviluppatori, come una esperienza indie lineare quindi non a mondo aperto e come un gioco assolutamente singolo giocatore. Tre caratteristiche che, a detta loro, non si conciliano con il modello dominante nel servizio on demand di Xbox in cui invece vivono e fioriscono meglio giochi multiplayer e a mondo aperto.

The Callisto Protocol, sviluppatori non vogliono portarlo sul Game Pass
The Callisto Protocol, sviluppatori non vogliono portarlo sul Game Pass (foto: Youtube)

Nell’intervista a parlare è stato lo chief technology officer Mark James che elabora così il concetto: “Giochi una volta a The Callisto Protocol. Penso che quei servizi siano costruiti per alcuni giochi a mondo aperto e multiplayer ripetitivi. Penso che giochi del genere sopravvivano bene sul servizio“. Il problema è quindi dato principalmente dal fatto che sul Game Pass, temono quelli di Striking Distance Studios, il loro gioco venga usato e dimenticato dopo poco a favore di altre esperienze più roboanti e in grado di mantenere più a lungo l’attenzione di giocatori e giocatrici.

Ma, qualcuno potrebbe giustamente obiettare, che ci sono giochi single player non per forza a mondo aperto e non per forza da rigiocare fino all’ultimo centimetro ma, prosegue il ragionamento di James, sono giochi prodotti internamente da Microsoft e non da uno studio indipendente. La questione è una questione di forza del developer.

Microsoft, possiamo leggere tra le righe, può permettersi che uno dei suoi single player venga giocato una volta e messo via o magari mai neanche guardato ma uno studio indipendente che punta tutto proprio su un gioco single player non può competere ad armi pari con gli altri e rischia di andare gambe all’aria se nessuno compra il suo gioco.

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