La storia dei videogiochi censurati è particolarmente ricca di episodi e casi esemplari ma, nello specifico del caso italiano, Carmageddon ricopre un posto d’onore, in quanto si tratta del primissimo videogioco strictu sensu ad essere stato esaminato dal Parlamento Italiano.
Il Parlamento Italiano prese in esame Carmageddon, il videogioco che faceva dei propri contenuti violenti un vanto a tal punto da presentare un tipo di violenza talmente esagerata e iperbolica da divenire parodia della violenza stessa. Come sappiamo, però, la tematica è sempre stata in conflitto con le nostre istituzioni ed ecco cosa è successo al videogioco che letteralmente mandava a quel paese i suoi giocatori.
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Attaccati al casco
Il videogioco venne esaminato nel 1997 dal Parlamento Italiano, i cui atti sono disponibili al pubblico (qui a pagina 15 trovate il caso di Carmageddon, con la stenografia completa) e possono essere consultati liberamente, che decise inizialmente di vietarne la distribuzione proprio per i suoi contenuti eccessivamente violenti e diseducativi. Infatti, Carmageddon, sulla falsariga di prodotti come “Death Race“, proponeva l’investimento intenzionale di pedoni come parte integrante dell’esperienza. Più nello specifico, Carmageddon prevedeva l’ottenimento di punti nel caso si investisse un pedone, tant’è che la corsa poteva essere vinta sia tagliando il traguardo per primo o, più creativamente, accumulando quanti più punti possibile eliminando gli altri concorrenti e i pedoni stessi. Per citare gli atti:
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se, a fronte di ripetute immissioni nel
mercato, rivolte all’infanzia, come in precedenza già avvenuto (si ricordino gli altri
due precedenti, come il pulcino « Tamago-tchi », ed il suo simile « Bit Bit Pressoch »), non intendano assumere misure a
carattere nazionale al fine di rendere note
le relative nocive e gravi conseguenze sulle
psiche dei minori (angoscia, ansia, stress e
depressione);
se intendano informare e rendere
edotti tempestivamente e celermente i genitori, gli operatori dell’infanzia e tutti
coloro i quali sono a contatto con i bambini.
Il titolo venne addirittura additato come pericoloso per la salute e la psiche dei minori, facendo riferimento addirittura a malattie incredibilmente serie e dannose come la depressione, dunque, la versione distribuita inizialmente in Italia risultò edulcorata dalla presenza di zombie, un bersaglio già de-umanizzato e quindi più accettabile. Il sangue divenne verde e i pedoni dei veri e propri non-morti, mentre nella versione tedesca vennero usati dei robot e il prodotto venne conseguentemente accettato perché l’oggetto della violenza era cambiato.
Insomma, un caso eclatante, che, seppur risalente a ormai 24 anni fa, risulta ancora praticamente attuale visto il sospetto e il dubbio con cui sia i mass media che le istituzioni con cui trattano l’argomento videogiochi.
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