Al Cartoons on the Bay 2016, CD Projekt RED ha vinto il premio come miglior studio dell’anno, andando ad aggiungere un’ulteriore statuetta alla vetrina ormai da record dedicata a The Witcher 3: Wild Hunt. Il pluripremiato titolo continua a guadagnare premi e riconoscimenti in tutto il mondo e anche a Venezia la software house di Varsavia si è detta onorata dell’incredibile attenzione che continua a ricevere per il terzo capitolo della fortunata saga ispirata ai libri di Sapkowski.
A ritirare il premio è intervenuto il neo Animation Director Sebastian Kalemba, che ha colto l’occasione per una master class sull’animazione e sulle sfide che hanno caratterizzato lo sviluppo di The Witcher 3.
Dopo un emozionante video introduttivo che ha mostrato la potenza grafica del gioco, uscito su PS4, Xbox One e PC, Kalemba ha parlato della sua scelta di lavorare nello sviluppo di videogiochi rispetto a quello cinematografico. La possibilità di poter sfruttare centinaia di ore di gioco in cui esprimere tutto il potenziale dell’animazione, di lavorare ai dettagli in progetti a lungo termine, il livello di sfida che rappresenta e la stabilità dell’industria sono i motivi principali per cui il director polacco ha scelto la carriera videoludica, ma la sua passione per i videogiochi e la potenza delle cinematiche in-engine hanno sicuramente giocato un ruolo per lui fondamentale. Ai giorni d’oggi infatti la qualità dei motori grafici permette di produrre sequenze che non hanno nulla da invidiare a quelle in CGI e che anzi riscuotono un successo nettamente maggiore quando si parla di visualizzazioni su YouTube, motivo per il quale Kalemba crede fermamente che in cinque anni vedremo una netta crescita delle cinematiche in-game rispetto a quelle in CGI.
Concentrandosi sul ruolo dell’animatore la parola d’ordine è stata “consistenza”, con l’animatore che ha il dovere di rivedere costantemente il prodotto lungo tutto il percorso di evoluzione per assicurare che cambiamenti nella storia o nel gameplay non interferiscano sulle animazioni già create. Nei giochi e soprattutto nei GDR il giocatore compie delle scelte e questo, oltre a differenziare pesantemente il videogame dal film, ne influenza il ritmo e il coinvolgimento.
L’animazione è ovviamente connessa direttamente al gameplay con tutte le sfide e i vantaggi annessi: mentre nella CGI cinematografica l’animatore può concentrarsi sulle meccaniche di movimento dei corpi e sull’acting, nel videogame un ruolo importante viene rivestito dal giocatore e dalla telecamera che ruota intorno a lui, la quale deve assicurarsi che tutti i movimenti e le animazioni siano coerenti e funzionali da qualunque angolazione.
Per questi e altri tecnicismi legati alla recitazione in CGI contro quella in-game, Kalemba ha voluto dimostrare come lavorare ad un videogioco rappresenti una sfida totalmente diversa e per certi versi più complessa ma anche profonda. Non solo la mole di lavoro è maggiore, ma il grado di coinvolgimento che bisogna trasmettere al giocatore rappresenta la sfida più interessante da affrontare, soprattutto quando un progetto grande come The Witcher 3 coinvolge 400 persone al lavoro per quattro anni in una realtà in veloce evoluzione come l’industria videoludica.
Kalemba ha concluso sottolineando come lo studio, nonostante i numerosissimi premi ricevuti e l’enorme successo di The Witcher 3, vuole rimanere umile e continua a lavorare con passione al loro prossimo progetto, Cyberpunk 2077, action-gdr ambientato in un futuro in cui cyborg e umani vivono in una società in degrado, attualmente in sviluppo.