L’universo è così grande che pare possa ospitare dei pianeti vivi molto simili alla Terra. Quale, per esempio, gli assomiglia?
La galassia in cui viviamo, ossia la Via Lattea, offre miliardi di misteri e tantissimi pianeti di cui non sappiamo ancora nulla. Chiaramente è compito nostro arrivare a scoprire quello che si nasconde al suo interno, nonostante sia molto difficile farlo, tuttavia gli scienziati non demordono e continuano a portare alla luce sempre più notizie interessanti al riguardo. Per tutti noi non possono essere altro che delle notizie strepitose.
Di solito è la NASA ad intervenire da questo punto di vista, permettendo a tanti di noi di entrare in possesso di informazioni riservate e che hanno a che fare con la scoperta di alcuni pianeti particolari. Non sono soltanto gli oggetti volanti non identificati – gli UFO – o i fenomeni atmosferici ad attirare l’attenzione di tutti quanti noi, bensì anche delle altre Terre che potrebbero eventualmente ospitare la vita per come la conosciamo.
Venere viva come il nostro pianeta? Sì, ma fino ad un certo punto
E, con sorpresa di tutti, forse ne esisterebbe uno alquanto interessante e che dimostrerebbe di essere vivo. Un pianeta per riuscire ad ospitare degli esseri viventi, come potreste immaginare, deve soddisfare dei requisiti estremamente importanti, e capire se il “luogo” di cui parleremo a breve riesce a non deluderci, forse potremmo avere delle aspettative alte sul suo conto. Di che tipo di pianeta si tratta nello specifico, e come mai è importante?
Stiamo parlando di Venere, che secondo le ultime analisi portate a termine dalla sonda Magellano della NASA – lanciata nel 1989 – probabilmente il pianeta è considerabile “vivo”, ma probabilmente non abitabile. Le immagini dettagliate del posto mostrano come siano presenti crateri, colline, catene montuose e formazioni di vario tipo. Quelle più importanti sono riconducibili a delle vere e proprie eruzioni vulcaniche, non tanto diverse da quelle che potremmo vedere nel nostro stesso pianeta.
Gli scienziati, valutando attentamente le foto inviate dalla sonda, hanno costatato che una bocca vulcanica misurava inizialmente 2 km quadrati, mentre in seguito è cresciuta sino a raddoppiare di dimensioni. Questa scoperta è dovuta all’avanzamento della tecnologia odierna, la stessa che ha concesso agli esperti di scaricare la gigantesca quantità di dati fornita da Magellano. Attualmente è ancora alla ricerca di elementi interessanti su Venere, dunque è probabile che sapremo più dettagli in seguito.