Non abbiamo potuto resistere all’idea di saltare in sella a un lanciafiamme con le scaglie nel momento in cui Century: Age of Ashes è uscito su console Xbox. Ci siamo trovati dentro un titolo free to play buono, divertente e promettente. Non un’esperienza perfetta ma sicuramente un ottimo primo passo.
Riuscire a fare una recensione di un titolo free to play che poi è un Game AS A Service sembra un esercizio stilistico inutile. E infatti più che farvi una recensione vogliamo raccontarvi come è stato salire in sella e lanciarci nella mischia.
In generale, ci siamo divertiti da matti. Playwing è riuscita a creare qualcosa di nuovo ispirandosi alle meccaniche di altri free to play ma senza ricopiarli e anzi andando poi per la propria strada. Avremmo voluto, e magari saremo accontentati in futuro, alcuni piccoli aggiustamenti ma anche così Century: Age of Ashes è intrattenimento allo stato puro.
Century: Age fo Ashes, in sella tutto è concesso
Anche solo l’idea di essere al comando di un drago sputafuoco rende l’esperienza di questo multiplayer online free to play entusiasmante. Parlando tra di noi il meme che ci è venuto in mente è stato subito quel frammento di Guerre Stellari quando Luke centra il pertugio lasciato aperto della Morte Nera e si fa scappare un grido di soddisfazione. Dispiegare le ali, premendo A sul pad dell’Xbox, ci ha dato un po’ la stessa sensazione.
Per capire com’è Century: Age of Ashes dovete provare tutto ciò che il gioco ha da offrire anche perché, nell’ultimo aggiornamento, è stata disabilitata la possibilità di scegliere la modalità di gioco da provare. È stato quindi per noi un percorso da trial and error riuscire a provare le quattro modalità al momento disponibili in scontri da 3 contro 3 o 6 contro 6: Carnage, Gates of Fire, Spoils of War e Survival. Ci sarebbe piaciuto, dopo un certo numero di scontri, poter decidere quale modalità giocare anche perché abbiamo scoperto che alcuni di noi preferiscono la carneficina della versione dragonesca del Team Deathmatch, ovvero Carnage, mentre altri di noi hanno trovato molto piacevole Spoils of War: una modalità un po’ più tranquilla ma sempre soddisfacente in cui solo il 50% del gioco consiste nel fare flambè il posteriore degli avversari mentre l’altro 50% consiste nel raccogliere monete d’oro che vengono fatte cadere da giganteschi dragoni flemmatici con la pelle un po’ appesa.
Negli scontri, l’unica nota negativa della nostra esperienza è stata la mancanza di una piccola mappa che aiutasse a districarsi tra le torri e i passaggi segreti per capire meglio dove si trovassero i nostri compagni casuali e gli altrettanto casuali avversari che invece sono indicati semplicemente come delle freccette e dei cerchietti rossi o blu che si muovono fino a quando non vi avvicinate abbastanza da vedere la forma del dragone.
Una nota a parte per l’unica altra cosa che vorremmo veramente vedere implementare la facciamo sul Nido. Completando le varie quest giornaliere e periodiche dentro Century: Age of Ashes avete la possibilità infatti di far nascere e crescere nuovi dragoni, che però crescono proprio soltanto se portate a termine i compiti che vi vengono assegnati. Guardare negli occhi queste piccole creature demoniache che emettono flebili suoni gutturali e mordono l’aria ci ha fatto venire in mente che invece avremmo avuto piacere di avere una versione vulcanica del Tamagochi, magari con qualche modalità singolo giocatore (ma ci accontenteremmo anche di modalità multiplayer) in cui raccogliere vettovagliamenti e potenziamenti per le piccole creature del roster e magari una arena per l’addestramento.
Le classi per ora disponibili sembrano ben bilanciate anche se, dovendo completare il tutorial iniziale con lo scattante Marauder, abbiamo poi trovato, per esempio, lo Stormraiser nuovo di zecca un po’ lento. Non lasciatevi influenzare dalle recensioni dei giocatori che si lamentano della presenza ingombrante del Phantom. Si tratta di dragoni che hanno dalla loro parte alcune caratteristiche letali ma non sono indistruttibili. Saltate in sella e godetevi il viaggio. Soprattutto perché nonostante ci sia il cross play (e per ora sia ovviamente solo tra PC e Xbox), non abbiamo avuto l’impressione di essere finiti nel mirino di qualche cheater. E anche solo questo basta a farci apprezzare enormemente Century: Age of Ashes.