Il 2022 da poco terminato e il 2023 da altrettanto poco iniziato, unito da un unico comun denominatore, il chabot sviluppato da OpenAI, quel ChatGPT che tanto sta facendo discutere.
Partita come un’Intelligenza Artificiale disponibile per tutti, gratuitamente, ChatGPT potrebbe essere in un prossimo futuro essere trasformato in un qualcosa da pagare con la sua evoluzione Pro. Ma non è certamente questo il punto che fa discutere. Sul “prodotto” non si discute, è davvero performante: non si spiegherebbe altrimenti la spaventosa cifra dell’utilizzo da parte di circa un milione di utenti, in nemmeno una settimana. Ma le accuse per uno strumento ad hoc per imbrogliare, si fanno sempre più pesanti. ChatGPT, dunque, un chatbot sempre più controverso.
Gli studenti delle scuole statali del NSW, per esempio, non potranno accedere ad applicazioni di intelligenza artificiale come ChatGPT mentre sono a scuola. Ci sono sempre preoccupazioni che ChatGPT stia aiutando gli studenti a imbrogliare le valutazioni a causa della capacità del programma di comporre una scrittura simile a quella umana in risposta a qualsiasi richiesta o istruzione.
Le scuole non si fidano. OpenAI va avanti, con doverosi correttivi
New York, a quanto pare, ha fatto proseliti. Il NSW è il primo stato il primo territorio australiano a limitare l’accesso all’applicazione sui dispositivi degli studenti. I cambiamenti inizieranno alla fine di questo mese, quando gli studenti australiano torneranno a scuola, come confermato da Megan Kelly vice segretario ad interim del dipartimento dell’istruzione del NSW. “Abbiamo deciso così – dice, in uno stralcio di un’intervista su AAP – almeno fin quando non esamineremo bene l’uso appropriato di questa tecnologia emergente”.
OpenAi, dal canto suo, prova a difendersi. Ci ha pensato Sam Altaman, uno dei co-fondatori di OpenAI insieme a quella mente geniale di Elon Musk, ad uscire con dichiarazioni ufficiali. “Cercheremo di fare qualcosa a breve termine, forse un modo per rendere più facile per le scuole rilevare gli imbrogli in sistemi come ChatGPT. Ma onestamente, alcune persone potrebbero trovare un modo per aggirare il rilevamento”.
Le parole di Altaman confermano il controverso ChatGPT, che non impedirà certo all’organizzazione non a scopo di lucro di ricerca sull’intelligenza artificiale con lo scopo di promuovere e sviluppare la sua intelligenza artificiale, per il momento rilasciata in maniera gratuita, di continuare dritta per la sua strada. Ma qualcosa va fatto. “Queste tecnologie possono avere un impatto più positivo – conclude Altaman – come il testo generativo, un qualcosa a cui tutti dobbiamo adattarci. ChatGPT è senza dubbio la tecnologia più estrema, ma anche i benefici che porta sono maggiori”.
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