Era circa un paio di mesi che non avevamo da Raven Software, che si occupa dello sviluppo di Call of Duty: Warzone, notizie riguardo le attività contro i cheat.
Quindi, il tweet apparso così un po’ come un fulmine a ciel sereno sul loro account ufficiale ci ha almeno in parte positivamente colpito. Il problema di chi bara a Warzone sta letteralmente sfuggendo di mano sia al publisher sia allo sviluppatore e i giocatori sempre più spesso mettono mano alla tastiera e fanno login su Twitter proprio per lamentarsi di tutto quello che non va e di come il gioco stia diventando un incubo.
Vi abbiamo, non più di 48 ore fa, parlato per esempio dell’ultimo cheat che a quanto pare si trasmette come una specie di influenza incontrollata e anche del famoso Silenzio di Tomba. Stavolta, almeno, parliamo di numeri e di cattivi comportamenti sanzionati. Anche se, come molti si lamentano, c’è qualcosa che è andato davvero storto.
L’ultima volta che Raven Software aveva annunciato un’azione contro i cheater era stato a metà maggio. In quell’occasione erano stati colpiti oltre 30 mila account che avevano mandato su il totale di quelli bannati a oltre mezzo milione. Chiaramente, ad ogni nuova ondata di account bloccati e bannati Activision ripete la solita frase: non c’è posto per chi bara dentro Call of Duty.
Ma a quanto pare, un posto a tavola per i cheater continua a esserci. Stavolta si parla di altri 50 mila account bloccati in totale. Ma, stando ai commenti, questa cifra non è sufficiente. C’è per esempio il commento di @JGODYT che fa notare come ci siano alcuni cheater molto conosciuti che continuano a fare punteggi stratosferici e a trovarsi in cima alle leaderboards. E sarebbero lì dal lancio del gioco, “Posso solo immaginare quanti altri vengano mancati in queste ondate”.
Notizia nella notizia, e che in realtà rischia di trasformarsi in una granata esplosa direttamente in faccia al team di sviluppo, c’è un numero crescente di utenti che stanno lamentando il fatto di essere stati bannati senza motivo. Tutti quelli che si lamentano sembrano essere giocatori di console: giocatori che, quindi, non hanno nessuna possibilità di utilizzare strumenti per barare durante le partite.
Probabilmente, questi account devono essere risultati come dediti a comportamenti scorretti con qualche trucco da parte dei veri bari, che hanno preso possesso dell’account, commesso le infrazioni che dovevano e poi abbandonato l’account senza che nessuno se ne accorgesse.
C’è poi un secondo filone di commenti che cerca di dare un consiglio a sviluppatore e publisher: rendere Warzone un gioco a pagamento. Secondo la maggior parte di chi condivide questo pensiero basta mettere 5 o 10 dollari per creare l’account e la situazione dei cheater dovrebbe risolversi. C’è poi chi consiglia di bloccare il cross-platform con i giocatori PC per ridurre quantomeno le influenze negative sui giocatori che utilizzano le console e si ritrovano bannati perché qualcuno gli ha hackerato il profilo.
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La questione dei cheater su Warzone sembra destinata a durare ancora a lungo e in alcuni momenti, parliamo da giocatori adesso, sembra che non si voglia fare niente di veramente drastico per ridurre questo problema. Speriamo sempre, però, di potervi dare finalmente la notizia che Raven Software e Activision sono riusciti a implementare un sistema stabile di anti cheating.
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