Comunità LGBTQ+ attacca il mondo dei videogames, il presidente dell’azienda giapponese è costretto a rispondere.
Nel mondo del marketing l’immagine del proprio marchio è molto importante, una compagnia infatti punta molto sulla pubblicità per mantenere una certa immagine. E per comunicare un tipo importante di idea e di valori, in cui consumatori e clienti possono riconoscerti al punto da stimolarli all’acquisto.
In tal senso in tanti lo scorso mese hanno cambiato il logo dei propri marchi sui social, adottando l’arcobaleno per il pride month. In questo modo, più o meno furbescamente, le aziende hanno dimostrato di stare vicino alla community LGBTQ+, che cerca sempre più alleati nella lotta per i diritti civili.
Questo obiettivo può essere raggiunto tramite la normalizzazione della comunità anche con dei programmi televisivi, pubblicità, tramite i social media e i videogames. Ultimamente, riguardo i videogiochi, si è aperto un dibattito sull’innata capacità che hanno nel far socializzare le persone, al punto da considerare che i videogames possano risultare migliori dei social per creare amicizie.
La community LGBTQ+ si è lanciata in una critica contro un colosso dell’industria videoludica. In particolare le accuse sono state mosse a Nintendo, colpevole a loro dire di non rappresentare affatto la loro comunità nei propri prodotti.
Il presidente Nintendo Shuntaro Furukawa ha dichiarato: “Noi crediamo che la diversità, inclusa la diversità sessuale e di genere, sia molto importante”. Dopo aver spento il fuoco della polemica, il numero uno dell’azienda ha aggiunto che la compagnia si occupa di intrattenimento e pertanto per loro è importante far sorridere la propria community.
Le loro decisioni si basano sul principio principale di far sorridere la propria community, e pertanto non sono sicuri di poter soddisfare le richieste dei giocatori con queste tematiche così complesse. Ha aggiunto infine che prenderà queste considerazioni della community come feedback utili.
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Nintendo ha dichiarato di impegnarsi nei suoi limiti di appagare le richieste ma allo stesso tempo ricorda ai propri giocatori che il loro obiettivo primario è intrattenere e non fare politica.
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