Negli Stati Uniti la consegna tramite droni è il nuovo terreno di battaglia fra Walmart e Amazon. Il primo ha già effettato seimila consegna ma l’azienda di Jeff Bezos non intende perdere tempo.
L’anno scorso Walmart ha dimostrato come il servizio di distribuzione a corto raggio attraverso i droni sia tutt’altro che un progetto azzardato. Entro i due chilometri dal punto di vendita i clienti hanno potuto ricevere a merce grazie a dispositivi pilotati dai dipendenti della catena. Adesso però è Amazon a voler fare di meglio, con il suo progetto Prime Air.
Il terreno prescelto per lanciare l’innovazione delle consegne anche per Amazon è una città della California, Lockeford. Per incoraggiare i residenti a iscriversi al servizio queste prove saranno gratuite, richiedendo però un feedback da parte della clientela per apportare modifiche e migliorie. Una volta accertata la sicurezza di Prime Air, pian piano si procederà ad estenderlo.
I droni di Amazon
Li abbiamo accennati già tempo fa, ma meritano di essere ricordati. Si tratta dei modelli MK27, anche se si stanno testando anche gli MK30 per il 2024. Sono dotati del sistema sense-and-avoid per riuscire a identificare ed evitare gli ostacoli presenti nel tragitto oltre ad atterrare in sicurezza. La distanza tra il magazzino e il recapito può arrivare anche fino a 5 miglia.
Per consegnare il pacco il drone cala un cavo di fronte al domicilio di chi ha effettuato l’ordine. Una dinamica simile a come succede per alcune catene di supermercati in Australia che offrono il recapito della spesa a casa. Il peso dei pacchi non può superare i 2 chili e mezzo per ora.
Obiettivi per il 2023
Se Walmart vanta seimila consegne tramite drone nel 2022 Amazon punta ad effettuarne ben 500 milioni entro il 2030, fissando già obiettivi a lungo termine. Anche se in leggero ritardo l’azienda va puntualizzato che ha sviluppato in proprio la tecnologia per il servizio, senza affidarsi a terzi come ad esempio DroneUP. Inoltre i droni con i sistemi integrati non avranno necessità di osservatori visivi (anche se per ora si tratta di una modalità non autorizzata).
Utilizzare i droni senza questo vincolo permetterebbe di raggiungere anche aree impervie, come i luoghi di montagna. Una questione da considerare però rimane quella della gestione di questo traffico aereo a bassa quota.