Consortium
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Consortium

Ispirarsi ai migliori non è necessariamente una cattiva cosa. Prendete Consortium. Le sue analogie con Mass Effect sono talmente palesi che potremmo quasi scambiarlo per un deliberato omaggio alla saga fantascientifica di Bioware. Ma, al di là delle somiglianze, e di qualche passo falso, Consortium riesce a ritagliarsi una propria, forte identità. E, in certi momenti, persino a superare il suo stesso maestro. Per comprenderlo a fondo, però, dovrete andare oltre apparenze. Eh sì, perché farvi ingannare dal suo comparto tecnico sarebbe davvero un grossolano errore di valutazione. A vedersi, in effetti, Consortium appare decisamente datato. Ma, proprio come una puntata della serie classica di Star Trek, non siete certo qui per gli effetti speciali. Siete qui per la storia e per i personaggi.

Consortium è infatti un gioco ricchissimo di dialoghi, ben scritti ed egregiamente doppiati, che rendono i personaggi umani e realistici.

La premessa narrativa di Consortium ricorda un po’ quella di Avatar o Assassin’s Creed. Controllerete infatti un giocatore come voi che, a sua volta, può entrare nelle menti di personaggi provenienti da futuri alternativi della nostra Terra. L’anno è il 2042, e il contesto è quello di un’alleanza terrestre con l’incarico di salvaguardare la pace. In quest’organizzazione militaresca, assumete il ruolo di Bishop Six, al suo primo giorno di lavoro. Le sue mansioni sono preservare l’ordine, investigare su eventuali omicidi, intrattenere rapporti diplomatici e, quando necessario, ricorrere alla violenza. Un disclaimer all’avvio vi avvertirà che state per assumere il comando di un alter ego, e che tutte le interazioni che svolgerete da quel momento in poi saranno reali. In queste parole, sembra quasi di leggere una dichiarazione d’intenti da parte degli sviluppatori. Del resto, da Mass Effect a Battlestar Galactica, passando per Firefly, la vera anima di una space opera sono i rapporti tra i personaggi. Consortium va così a colmare il vuoto lasciato dal terzo capitolo di Mass Effect, che sacrificava la sua superba caratterizzazione dei comprimari in nome di uno svilimento action davvero imperdonabile. Consortium è infatti un gioco ricchissimo di dialoghi, ben scritti ed egregiamente doppiati, che rendono i personaggi umani e realistici. La gamma di situazioni che si presenteranno farà sembrare l’avventura notevolmente dinamica e varia. Il che è sorprendente, se pensiamo che quasi l’intera totalità del gioco è ambientata nello stesso luogo: un’astronave. Parlerete con tutti i membri dell’equipaggio, andrete alla scoperta dei loro pensieri, delle loro debolezze e avrete un ruolo attivo nella conversazione.

Potrete scegliere di percorrere la strada della non violenza, e il gioco vi permette di plasmare la vostra avventura a seconda della vostre inclinazioni.

In Consortium, vi basterà distrarvi un attimo e i personaggi penseranno che non avete più voglia di parlare con loro, o che non volete rispondere alle loro domande. La comunicazione e le social skill sono il vero cuore pulsante del gioco e ricordano molto da vicino le fasi in cui si controllava il Comandante Shepard a bordo della Normandy. C’è anche dell’azione, sì, ma volendo potete tranquillamente ignorarla e concentrarvi sul godimento di storia e dialoghi. Consortium fa infatti una scelta di campo ben precisa, chiedendovi all’inizio dell’avventura se volete calibrare la difficoltà a favore dell’azione o della storia. Le fasi action, in realtà, sono decisamente accessorie, nell’economia dell’avventura. Anzi, scegliendo bene le risposte nei dialoghi e comportandovi come dei bravi diplomatici, potrete ridurre al minimo gli scontri a fuoco.

Consortium fa infatti una scelta di campo ben precisa, chiedendovi all’inizio dell’avventura se volete calibrare la difficoltà a favore dell’azione o della storia.

È una filosofia molto simile a quella di giochi come Deus Ex. Potrete scegliere di percorrere la strada della non violenza, e il gioco vi permette di plasmare la vostra avventura a seconda della vostre inclinazioni. In un mercato sovraffollato di titoli soffocanti nella loro mancanza di libertà, questo è davvero da elogiare. Le fasi sparattutto sono del resto piuttosto dimenticabili, e sono perlopiù limitate a un’area di allenamento in realtà virtuale. L’enfasi sul combattimento è talmente lieve che non sono presenti neanche menu di personalizzazione appositi.
Purtroppo, il principale difetto che sembra colpire Consortium è la scarsità dei valori di produzione. Siamo di fronte a un gioco che avrebbe avuto seriamente bisogno di un controllo qualità più approfondito. I glitch che affliggono l’esperienza sono tra i più vari, dal gioco che crasha all’avvio a evidenti rallentamenti nelle fasi più concitate. La povertà del prodotto rischia anche di danneggiare il coinvolgimento emotivo: il raffronto con le saghe più ricche è purtroppo immediato, e per alcuni giocatori l’aspetto grafico e la monotonia degli ambienti potrebbero essere un deterrente troppo forte per affrontare l’esperienza. Bisogna in effetti essere in una particolare disposizione d’animo per godersi appieno Consortium.

L’enfasi sul combattimento è talmente lieve che non sono presenti neanche menu di personalizzazione appositi.

Se siete alla ricerca di un’epica avventura spaziale su scala massiccia, allora è meglio che guardiate altrove. Se invece desiderate vivere un’avventura quasi intimista, e amate farvi catturare nelle spire di una narrazione complessa, questo è invece il gioco che fa al caso vostro. Consortium ci riporta indietro all’epoca d’oro del gioco di ruolo, quello vero, ai classici dell’era PC dove il testo era sovrano. Una lezione di storytelling puro, che tante produzioni ad alto budget farebbero decisamente bene a seguire.

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