La Corea del Nord guidata da Kim Jong Un avrebbe delle ricchezze nascoste e ancora non sfruttate nel suo sottosuolo.
Purtroppo, la Corea del Nord è spesso citata nelle cronache europee per via della presenza del regime totalitario di Kim Jong Un, nonché spesso per notizie circa la violazione dei diritti umani; in pochi però sanno che il paese ha nel suo sottosuolo una ricchezza incredibile ancora non sfruttata.
Nascoste in profondità, sotto le zone montuose del paese, ci sono infatti circa 200 varietà di minerali, tra cui oro, ferro, rame, zinco, magnesite, calcare, tungsteno e grafite, stando alla recente indagine di Quartz. Alcune di questi giacimenti sono tra i più grandi al mondo e la Corea del Nord, una nazione piccola e a corto di liquidità, le utilizza spesso per generare entrate aggiuntive, a prescindere dalle leggi internazionali che lo vieterebbero.
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Il paese è comunque ancora troppo poco industrializzato per procedere all’estrazione in autonomia, considerando come sia ancora dipendente da Cina, Corea del Sud e Russia sia economicamente che a livello energetico. Nel 2014, la Russia ha pianificato la costruzione di una linea ferroviaria nei confini del paese, con l’intento di realizzare infrastrutture in cambio dell’uso delle scorte minerarie; il piano è poi fallito.
La Corea del Nord ha ripetutamente cercato di capitalizzare la sua abbondanza mineraria, nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite; nell’agosto 2016, i funzionari egiziani hanno sequestrato più di 2.300 tonnellate di minerale di ferro da una nave da carico nordcoreana diretta al Canale di Suez.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite di febbraio, la grande quantità di ferro, insieme alle 30.000 granate a propulsione a razzo di accompagnamento hanno segnato il più grande sequestro di munizioni nella storia delle sanzioni emesse contro la Corea del Nord.
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Il paese risulta quindi troppo povero e poco industrializzato per utilizzare i suoi giacimenti e troppo poco stabile e affidabile politicamente per attirare accordi con organismi internazionali che potrebbero consentire l’esportazione dei minerali. I ricchi depositi continueranno quindi, per il momento, a rimanere nascosti sottoterra, inutilizzati fino a quando i paesi circostanti non troveranno un modo per creare accordi praticabili.
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