I satelliti aumentano all’interno della costellazione artificiale di SpaceX e ci si avvicina all’obiettivo finale di Elon Musk. Ormai la connessione ubiquitaria non è più solo un miraggio.
Alcuni fortunati clienti Starlink con residenza negli Stati Uniti stanno sperimentando il servizio che SpaceX ha in programma per il futuro. Dopo diversi lanci di decine e decine di moduli, alcuni a buon fine e altri meno, la costellazione risulta davvero imponente. Ora è il momento di osare e prepararsi a fare ulteriori test per arrivare alla connessione in ogni angolo della Terra.
Il nome che inizia ad echeggiare infatti è “Global Roaming Service”, la possibilità di collegarsi alla rete satellitare da qualsiasi posto, anche dal più remoto. Già in più occasioni l’azienda aerospaziale di Elon Musk è stata essenziale per permettere le comunicazioni durante catastrofi naturali e non solo. Questo è solo il passo finale.
Un nuovo abbonamento
Gli utenti selezionati per poter provare in anteprima il Global Roaming Service non lo potranno fare gratuitamente. SpaceX ha inviato l’invito a sottoscrivere un nuovo piano di abbonamento sperimentale. Il costo mensile è di 200 euro e in più occorre procurarsi l’apposito kit, diverso da quello standard. L’attrezzatura (parabola, base…) da sola viene ben 599 dollari.
L’azienda stessa specifica che trattandosi comunque di un test i primi tempi potrebbero prevedere momenti di connettività scarsa o assente. Si tratta in fondo della fase in cui correggere alcuni aspetti e apportare modifiche per migliorare via via l’esperienza degli utenti. Non serve però modificare il proprio account, e si può intanto provare il servizio per 30 giorni. Se insoddisfatti, si otterrà il rimborso dovuto.
Uno sguardo al futuro di Starlink
Il roaming globale è stato fin dall’inizio uno degli obiettivi ultimi posti da Elon Musk stesso, ma servono alcune condizioni. Prima di tutto non c’è ancora stata l’approvazione della rete Starlink da parte di tutti i paesi, e a meno che non arrivi questi resteranno esclusi dal programma.
Oltre al servizio “terrestre”, i satelliti al momento possono garantire la connessione anche su mari e oceani ma si tratta di un piano a parte. Anche in questo caso serve l’approvazione dei singoli stati nelle acque territoriali, anche se molti paesi tra cui Australia, Italia, Belgio e Germania hanno già espresso il loro accordo.