La parola “cosplay” non è apparsa ovviamente dal nulla: quali sono le sue origini? Al giorno d’oggi sono in molti che apprezzano l’arte del “costume play”, ma non tutti conoscono la sua storia.
Nel 1970, gli studenti dei college giapponesi hanno cominciato a vestirsi come i personaggi di manga e anime. Naturalmente si trattava di ragazzi cresciuti a base di fumetti e cartoni animati che, ogni qualvolta si tenessero festival o incontri particolari, impersonavano un personaggio a loro scelta. Gli eventi Sci-fi si tenevano in Giappone già nel 1960, ma nel 1975 venne lanciato per la prima volta il Comic Market (aka Comiket), un luogo d’incontro soprattutto per coloro che producevano doujinshi. È in tale occasione che il termine cosplay cominciò a fiorire. A dire il vero, c’era già un vocabolo giapponese per esprimere il concetto di “vestirsi”, ovvero kasou (仮想).
Tuttavia la parola aveva una sfumatura un po’ diversa: si avvicinava di più a “travestimento”, non riuscendo perfettamente a incarnare il concetto di cosplay. Così, prendendo spunto dalla parola inglese “costume”, sono stati coniati diversi termini come “Costume Show”, “Kasou Show”, “Hero Play” e altri ancora, fino ad arrivare ad accostare “costume” e “play”.
In un articolo del 1983 (trovate un’immagine in calce alla notizia), si è parlato approfonditamente di ragazzi che si vestivano come personaggi di anime e manga durante il Comiket di Tokyo. Nel pezzo venivano mostrati una serie di cosplayer con costumi più o meno elaborati: da Kamen Rider a personaggi di Techno Police 21C, passando per quelli di Lupin III e tanti altri. L’articolo sottolineava inoltre la strana tendenza di vestirsi come un personaggio del sesso opposto.
A partire da quell’articolo si diffuse ufficialmente la parola cosplay, grazie all’abbreviazione utilizzata (コスプレ, kosupure) al posto del vocabolo scritto per intero (コスチュームプレー, kosuchuumu puree). Alla più grande fiera di fumetti (il Comiket) di quello stesso anno, erano in pochi a conoscere il termine. Ci sono voluti però soltanto un paio d’anni prima che la parola venisse largamente utilizzata dagli appassionati.
Dagli anni ’90 il concetto di cosplay fece il salto al di fuori del Giappone. A oggi, quest’arte – ormai diffusissima anche in occidente – può essere considerata un’espressione d’amore verso il personaggio interpretato.
FONTE: Kotaku