Negli ultimi anni una nuova categoria si è affacciata nel mondo sportivo: parliamo degli e-sport, videogiochi giocati a livello competitivo da videogiocatori professionisti.
In occasione dei giochi invernali Winter X Games di Aspen, anche quest’anno fra gli ospiti troviamo diversi pro-gamer, scelta che conferma la crescente popolarità degli sport elettronici in tutto il mondo. In particolare si tratta di un torneo di Counter-Strike: Global Offensive, durante il quale si scontreranno diversi team di professionisti.
Diventare un giocatore professionista non è affatto facile, ma sicuramente può dare grandi soddisfazioni. L’industria videoludica è fiorente e il pubblico non manca, per questo alcuni abili videogiocatori hanno fatto della loro passione un vero lavoro. Basti pensare al primo premio dell’ultima edizione del torneo The International dedicato a DOTA 2, fissato alla cifra da capogiro di 11 milioni di Dollari!
I videogiocatori professionisti non guadagnano solo dai premi dei tornei, spesso sono sponsorizzati e percepiscono un salario, oltre al non avere spese per le trasferte e al ricevere a volte guadagni anche da altre attività correlate come lo streaming online. In modo simile agli atleti classici o alla più moderna figura del giocatore di poker professionista, però, il videogiocatore è soggetto a diverse critiche. E’ diffuso il pensiero che quello del videogiocatore professionista sia un lavoro facile, superficiale, in qualche modo ingiusto nei confronti di chi fa altri tipi di mestieri.
I videogiocatori vengono giudicati in qualche modo infantili e fortunati e, un po’ come avviene con molti giocatori di poker professionisti, il loro impegno viene spesso sottovalutato. La realtà è certamente ben diversa: come in qualsiasi altro sport l’allenamento e la costanza sono fondamentali e non si può arrivare al livello professionistico senza fare molti sacrifici.
Al pari dei classici atleti, anche i videogiocatori professionisti si allenano duramente, studiano molto e sacrificano molti aspetti “normali” della loro vita per raggiungere un livello alto che, con il passare del tempo, si fa sempre più difficile da mantenere.
Ad esempio un giocatore molto giovane di nome James Luo aka Greensheep (membro della squadra Team Dignitas) ha raccontato come, per arrivare al livello attuale di professionista di Hearthstone, abbia dovuto allenarsi per circa 15 ore al giorno. Le ore erano divise fra gioco e studio, e di recente alcuni team professionisti di League of Legends hanno inserito allenamento in palestra e dieta sana nel regime. La carriera in questo campo non è facile né duratura, e non basta giocare molto. Alla disciplina bisogna aggiungere la metodicità e non bisogna mai tralasciare la cura della propria salute. Cosa ne pensate dei pro-gamer? È una carriera che vi piacerebbe intraprendere?
FONTE: The Telegraph