Criptovalute: i miners fanno scorta di PC portatili da gaming

I minatori di criptovalute iniziano ad approcciarsi al mercato del laptop da gaming dopo aver visitato il mondo delle GPU.

Il procedimento che permette la creazione delle cosiddette criptovalute (prendiamo per esempio il Bitcoin, la prima e la più famosa, ma ne esistono molte altre in circolazione, come Etherium, Litecoin, Tron, Chainlink e via discorrendo) è una sequenza di complessi calcoli che una macchina deve eseguire per poterne ricavare una unità. Il procedimento risulta esponenzialmente più complesso e richiede una notevole capacità di calcolo per essere portata a compimento.

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Criptovalute su Laptop VS schede grafiche. Che succede?

criptovaluta in mining
Postazione di mining per criptovaluta. Fontee: “I_Leak_VN”

 

Ciò significa che è necessario disporre di notevole potenza per poter produrre sufficiente criptovaluta da risultare sufficiente per coprire quantomeno i costi dell’hardware e soprattutto della corrente elettrica consumata per produrne.

Il risultato? Il mercato delle schede grafiche conosce un’improvvisa mancanza di prodotti, in quanto i cosiddetti miners di criptovaluta ne acquistano in blocco per aumentare la potenza delle proprie macchine e quindi aumentare la capacità di produrre criptovalute.

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Dato che la disponibilità delle nuove schede video, come ad esempio le Nvidia della serie 30X, rilasciata a settembre 2020, è limitata a causa degli scalpers (l’equivalente dei bagarini ma in ambito tecnologico), i minatori hanno orientato il proprio sguardo verso i laptop da gaming. Nel caso del tweet riportato, la situazione ritrae l’utilizzo di laptop che montano un’architettura Nvidia rtx Ampere.

Il fenomeno di mancanza di schede grafiche ha costretto i miners a correre ai ripari. Quanto accade in Iran è un fatto emblematico del fenomeno, dato che sono stati riscontrati numerosissimi blackout che, pare, siano causati dall’intensivo mining di criptovalute effettuato con decine e decine di schede grafiche connesse. Spesso, si tratta di schede acquistate in lotto direttamente da un grossista, fatto che causa, di fatto, una mancanza sensibile sul mercato.

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