Fin da quando le avventure narrate da CD Project RED hanno iniziato a sorprendere il mondo, lo studio polacco si è trovato sotto i riflettori, sia per i capitoli relativi alla straordinaria saga di The Witcher, sia per Cyberpunk 2077, titolo di cui si parla ormai da più di un anno e che non vediamo l’ora di scoprire nella sua totalità. Tuttavia, per il momento dobbiamo accontentarci dei dettagli che arrivano a singhiozzi dagli sviluppatori e sperare che il prossimo sia l’anno giusto per godere del nuovo gioco del team che ha fatto del GdR d’azione con tematiche adulte il suo cavallo di battaglia.
Fin da quando è stato diffuso il teaser ufficiale, l’hype nei confronti del titolo ha iniziato ad aumentare, dimostrando quanto la cultura cyberpunk desti ancora un notevole fascino, forte anche delle continue novità relative alla realtà virtuale che si stanno susseguendo nell’ultimo periodo e che ci riportano direttamente a un’epoca in cui guru visionari avevano previsto, spesso con incredibile precisione, il cosiddetto “basso futuro”.
Al centro di tutto c’è, ovviamente, l’umano ibrido, il cui corpo è costituito da carne e tecnologia, talmente lontano dall’umanità come la intendiamo noi da perdere il contatto con la realtà.
Cyberpunk 2077 non è un titolo comune, ma rappresenta tutta la personalità dei ragazzi di CD Project: è un gioco di ruolo in cui è decisamente facile morire, implica una forte componente morale ed è difficile da gestire. Ma proprio per questo dimostra la volontà del team polacco di creare qualcosa di diverso e fresco, offrendo una serie di spunti maturi da non sottovalutare. Cyberpunk è un titolo che deriva direttamente dal gioco di ruolo carta e penna Cyberpunk 2020, creato da Mike Pondsmith, che, pur seguendo le sue origini, non le svilisce con i soliti cliché, ma punta su fattori spesso poco approfonditi: la cultura cyberpunk che non si riduce a un ideale futurstico e tecnologico, ma riflette l’andamento dello sviluppo dell’umanità dal punto di vista sociale e dei risvolti intimi dell’uomo in quanto essere senziente, facendo capo all’idea dello stesso Pondsmith, secondo il quale la tecnologia abbaglia l’uomo, portandolo all’egocentrismo e alla disumanizzazione, piuttosto che verso un’evoluzione migliorativa.
Il gioco sarà caratterizzato da un mondo futuristico distopico, in cui la tecnologia ultra-moderna convive con una società umana degenerata, e uno degli spunti più importanti è subito intuibile dal primo teaser trailer, tra attimi di tensione al rallentatore e la degenerazione di un essere umano nella follia dell’eccessiva trasformazione in macchina.
Al centro di tutto c’è, ovviamente, l’umano ibrido, il cui corpo è costituito da carne e tecnologia, talmente lontano dall’umanità come la intendiamo noi da perdere il contatto con la realtà. Il nome di queste degenerazioni, come ben saprà chi mastica di cultura cyberpunk, è cyber-psicotici. Carichi come sono di tecnologie spesso letali, si lasciano sopraffare dalla furia psicotica e da una condizione psicologica che li porta a vedere l’uomo comune come un misero e inutile “pasticcio di carne”. Non stupisce, dunque, che la follia possa sfociare in una strage. Per fermarli, sono state create squadre apposite il cui scopo è quello di disintegrare il nemico. C’è però uno spiraglio, un’alternativa che sarà presumibilmente il punto chiave della narrazione.
La cultura cyberpunk che non si riduce a un ideale futurstico e tecnologico, ma riflette l’andamento dello sviluppo dell’umanità dal punto di vista sociale e dei risvolti intimi dell’uomo in quanto essere senziente.
Dalle parole del creative director Sebastian Stepien, capiamo subito che la trama rappresenta il punto focale di Cyberpunk 2077: “Il gioco non racconta di poliziotti impegnati a cacciare cyber-psicotici. Quella è una sottotrama… La storia sarà di basso profilo, minimalista, come vuole la cultura cyberpunk. Non salveremo il mondo, e neanche una città. Ci concentreremo sul protagonista, o sulla protagonista, e sui suoi problemi”. Nell’idea di Mike Pondsmith, trasferita direttamente nel titolo di CD Project, i giocatori potranno scegliere gli impianti da farsi istallare e dunque gli interventi di questo tipo saranno all’ordine del giorno, ma nasconderanno anche un risvolto alquanto inquietante, che da quanto detto si sarà già intuito. In base alla tipologia e alla qualità degli impianti e dell’intervento, oltre che delle strutture mediche nelle quali si attueranno le modifiche, il paziente perderà una parte della propria umanità e quando il livello di quest’ultima si abbasserà in maniera eccessiva, la cyber-psicosi diventerà sempre più inevitabile. Da quanto dichiarato e da ciò che abbiamo visto nel video di presentazione, si intuisce che questa meccanica sarà presente anche nel titolo e speriamo che questo comporti anche la sterminata selezione di modifiche che ha fatto la fortuna del gioco di ruolo cartaceo, e che regalerebbe a Cyberpunk 2077 un tasso di varietà estremo.
Night City (anch’essa un classico del famoso GdR carta e penna) è l’unica ambientazione svelata al momento, e se dal punto di vista della trama possiamo dormire sonni tranquilli, i dubbi nascono in merito agli aspetti tecnici. Se da un lato le dichiarazioni che lo vogliono come un GdR open world ci fanno pensare a qualcosa di immenso e in cui potremo avere una libertà di movimento totale, dall’altro potremmo ritrovarci a giocare a un titolo simile a quelli Square Enix, con una deriva action attualmente molto di moda. Non ci resta che attendere notizie più precise in merito.
Stile e aspetto, dunque, si intrecceranno alla personalità che ciascun giocatore infonderà nel proprio personaggio, pronto a esprimerla attraverso le conversazioni e le azioni, per determinare il modo in cui il mondo reagirà nei suoi confronti, di conseguenza influendo sullo svolgimento della trama e delle sottotrame di gioco.
Cyberpunk 2077 avrà, oltre alla modalità in singolo, anche il multiplayer (che, a detta degli sviluppatori, non sarà un semplice shooter), e si potrà scegliere la visuale in prima o in terza persona. Il livello di hype è giustamente elevatissimo. Non resta che sperare di vederlo uscire nel corso del 2015.