Finalmente possiamo toccare con mano Cyberpunk 2077. Ci sono voluti sette lunghi anni, ma V e il mondo di gioco creato da CD Project Red è in fine pronto per essere esplorato e vissuto. O forse no? Ecco la nostra videorecensione del titolo più atteso di sempre.
Cyberpunk 2077 è una trasposizione videoludica di un vecchio gioco da tavolo. E infatti subito ci mostra la sua natura GRD mettendoci davanti ad una scelta importante. Qual è il background storico del nostro protagonista? Il nostro V è un nomade che proverà a mettere piede per la prima volta a Nigh City? Oppure un ragazzo cresciuto nel ventre della bestia che vuole svoltare? O ancora, un membro delle corporazioni presenti nel gioco, vittima di un sistema più grande di lui? Abbiamo imboccato la prima scelta, per goderci appieno la città, entrandovi con la stessa sorpresa e inconsapevolezza del nostro V.
Scelto il sesso del nostro avatar, CD Project Red concede comunque la possibilità di creare un personaggio non binario, cosa parecchio apprezzabile. La personalizzazione di V è molto profonda, con tante aree e aspetti modificabili e alterabili. Dai capelli ai genitali, soltanto l’altezza e la forma fisica del nostro alter-ego non possono essere cambiate. Un limite comprensibile se consideriamo le tante interazioni e le scene scriptate che ci attendono durante la nostra avventura.
Dopo una brevissima introduzione possiamo subito iniziare a sperimentare con il mondo di gioco e il sistema di guida di Cyberpunk 2077. L’esperienza al volante è buona, piuttosto arcade. Forse un po’ scivolosa. Molto buona invece la distruttibilità ambientale della zona, con cactus e pali che si spaccano in più punti quando li colpiamo. Scopriamo inoltre che il titolo ha un sistema di allerta della polizia simile a GTA, con un livello di allarme basato sulle stelline.
Facciamo poi la conoscenza di Jackie, che ci accompagnerà nelle prossime missioni. L’ambiente in cui ci incontriamo è curato nei minimi dettagli. La stamberga in mezzo al nulla dove scambiamo i convenevoli è ricca di tanti oggetti da raccogliere che vi faranno immergere nel 2077. Da whisky di dubbia fattura a schede di memoria ricche di letteratura, esplorare il mondo di gioco è molto piacevole. Soprattutto al chiuso. Alcune texture andrebbero riviste, ma comunque parliamo di un frugare divertente e spesso anche vantaggioso. Non solo soldi e spazzatura da vendere infatti, anche armi speciali e upgrade sono nascosti nel mondo di gioco.
Insieme al massiccio latino, V dovrà portare un carico all’interno della città, ovviamente merce di contrabbando, che ci creerà non pochi problemi. Infatti pochi secondi dopo aver passato la frontiera, grazie ad una cripto-mazzetta, ci troviamo nel mezzo di una sparatoria tra veicoli. Il feeling dell’arma, un revolver che scalcia come un cannone, è molto buono. Abbiamo però trovato necessario abbassare la sensibilità della visuale, troppo ballerina con i valori standard, per mirare meglio.
Quando ci sono dei dialoghi tra personaggi il gioco dà il meglio di sé. La qualità altissima delle conversazioni e la profonda caratterizzazione degli NPC, primari e non, accompagnano il giocatore con ritmi e tempi perfetti, incalzanti. Anche quando si parla soltanto di banali incipit per l’inizio di una missione e di un classico tutorial, il coinvolgimento è sempre assoluto. La compagnia polacca ci ha completamente stregati, facendoci seguire col fiato sospeso ogni linea di dialogo. Decisivo per questo risultato l’ottimo doppiaggio sia in italiano che in inglese.
Buoni ma non ottimi gli scontri a fuoco, con i nemici che spesso non sfruttano bene le coperture, soprattutto alle difficoltà più basse. E anche nelle fasi stealth l’IA non brilla certo per acume…
…a differenza dei neon della città. Night City, con i suoi flash che tagliano l’oscurità quando cala il sole è davvero molto suggestiva. Un demone sfavillante che si nutre dei martiri che egli stesso crea, elevandoli ad esempio. Perché tutti vogliono finire col botto, anche prima dei trent’anni.
Le strade e i vicoli della città diventano la culla di contraddizioni profonde e di violenza inaudita. Appena ci si crede al sicuro, le lingue d’asfalto ti indirizzano in una scena di guerriglia urbana. Pochi secondi dopo ed è ancora pace, mentre la pioggia bagna i corpi insanguinati di cui hai già dimenticato l’esistenza. Che appartenevano a uomini e donne cresciuti nei bassifondi, dove è buio anche quando splende il sole, molti livelli più in alto.
Abbiamo anche apprezzato alcuni incontri unici con personaggi a dir poco particolari, ad esempio quello con Garry il Profeta. Uno dei pochi rimasti a combattere gli impianti tecnologici e le modifiche fisiche che accomunano milioni di persone nel 2077. Ascoltata la sua predica, abbiamo attraversato il marciapiede per sederci sulla sedia di un “bisturi”. Ed ecco che scorriamo la lista di impianti da farci installare nel corpo: scegliamo nuove ottiche ed un potenziamento alla mano. E’ difficile spiegare a parole il senso di smarrimento e di confusione che si prova guardando il proprio corpo disteso, dal punto di vista dei nuovi bulbi che stanno per essere installati nel nostro cranio.
Le missioni che abbiamo giocato non ci hanno annoiato neanche per un secondo, anzi. L’adrenalina è sempre altissima e i personaggi che incrociamo si imprimono nella nostra mente. Notevole l’impatto delle scelte che compiano, con degli esiti molto diversi e spesso inaspettati. Una goduria per coloro che vogliono scolpire la propria storia e il proprio percorso. Possiamo tranquillamente parlare di un livello simile a quello di The Witcher 3, capolavoro della narrativa videoludica. CD Project Red si riconferma alla grande, per il piacere di chi ama le storie single-player e i dialoghi a risposta multipla.
A differenza di Geralt, però, il nostro V ha degli alberi di abilità incredibilmente più sviluppati e complessi, che vi faranno venire il mal di testa. Anche qui il limite è la vostra immaginazione e la vostra capacità di guadagnare punti in game. Vi specializzerete in un ambito o sceglierete di ibridare capacità diverse? Potete fare entrambe le cose.
La mappa di gioco è piuttosto ampia e ben caratterizzata, con tanti punti di interesse e differenze socio-economiche tra quartieri ben visibili. Gli esterni sono però meno suggestivi degli interni, soprattutto di giorno. Leggermente confusionari il menù e l’interfaccia di gioco, sia durante le fase di shooting che di hacking sul campo. A schermo infatti appaiono davvero tante informazioni, non sempre facili da tenere d’occhio.
Veniamo ora alle note dolenti di questa grande opera videoludica. La registrazione che state vedendo è stata fatta tramite Playstation 5, che regge piuttosto bene il gioco, anche se in retrocompatibilità. Bene, non di più. Fin dai primi secondi, infatti, siamo incappati in due bug piuttosto grotteschi considerando che sono avvenuti durante scene molto scriptate. A danno dell’immersività e della profondità creata dai dialoghi e dalla narrazione. Ci sono anche capitati due crash che ci hanno fatto riavviare Cyberpunk 2077. Ma forse qui la colpa è da dividere con Sony.
Non possiamo poi non considerare la pessima esperienza di chi gioca su Playstation 4 e Xbox One, con framerate sotto i 20 e bug enormi. Nessuno credeva al miracolo, ma ci si aspettava almeno un prodotto giocabile e godibile. Così ci era stato detto in questi mesi di campagna pubblicitaria.
Siamo certi che il team di sviluppo aveva solo bisogno di qualche mese in più e avrebbe dovuto chiederlo senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. Perché qualche meme in più è certamente meno problematico da risolvere che la rabbia di migliaia di videogiocatori scontenti, che chiedono il rimborso.
Tenendo conto della nostra esperienza su Playstation 5 e Playstation 4 diamo a Cyberpunk 2077 un 7. I problemi di ottimizzazione sono troppi, tanto da penalizzare quanto buono di fatto in fase di scrittura della storia.
Si spera che in estate potremmo già avere tra le mani un gioco da 9. Crediamo negli sviluppatori. Come gli altri prodotti della compagnia polacca, infatti, ci aspettiamo che Night City migliori col tempo, ottimizzandosi e arricchendosi. Ritornando all’ultima avventura di Geralt, nel Ducato di Toussaint, possiamo dire che i giochi di CD Project Red sono come il buon vino. Migliorano col tempo. Ma un buon vino lo si può bere anche subito.
PRO
CONTRO
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