Howard Hu, il supervisore della navicella spaziale Orion utilizzata per il programma NASA Artemis, non ne ha dubbi: vivere sulla Luna sarà presto possibile. E c’é una data di massima: entro e non oltre il 2030, anche se le ipotesi di poter stazionare stabilmente sul nostro satellite naturale prima di quella scadenza si fanno sempre più credibili. Scopriamo tutti i dettagli.
Non riguarda più esclusivamente il reame della fantascienza: vivere e lavorare sul nostro satellite naturale, sulla Luna, é una possibilità concreta. Meglio ancora: é in realtà solo più questione di tempo. Pochi anni, per la precisione. Al più tardi, entro il 2030 ma, con estrema probabilità, una colonizzazione umana potrà avvenire anche prima.
E’ quanto ha dichiarato il dottor Howard Hu, esperto supervisore della navicella spaziale Orion, utilizzata per il programma dell’Agenzia Spaziale NASA Artemis, dopo soltanto poco più di una settimana dal lancio della missione Artemis I dello scorso 16 Novembre. Una missione già assurta agli onori della storia delle imprese spaziali, compiuta senza equipaggio ma proprio con l’obiettivo di rendere l’allunaggio dell’uomo nuovamente possibile.
L’ultimo in ordine di tempo risale al secolo scorso: era il 17 Dicembre del 1972 e fu l’ultima volta in cui l’essere umano pose piede sul suolo lunare, attraverso il programma della NASA Apollo. E la prossima posa d’impronta terrestre umana é prevista nel 2026, oltre mezzo secolo dopo, con la terza missione del programma Artemis.
L’intento é chiaro: costruire sul suolo lunare una stazione spaziale che consenta la vita umana sul satellite naturale e dunque agli astronauti di abitarla per il tempo previsto di alcuni mesi, mentre sono in orbita. Come dicevamo, la “domiciliazione” temporanea degli astronauti sulla Luna avverrà con ogni probabilità durante la missione Artemis 3, tra circa 4 anni, nel 2026.
E gli obiettivi della NASA non si limitano alla colonizzazione lunare: come sappiamo, infatti, il programma Artemis intende porre le basi per un altro obiettivo estremamente ambizioso dell’Agenzia Spaziale, ovvero la possibilità di effettuare lo stesso tipo di operazione in un’area dello spazio assai più distante dalla Terra, e non su un satellite, bensì su un pianeta, ovvero Marte.
Attraverso il cosiddetto Lunar Gateway, infatti, in un futuro non ancora definito gli astronauti potranno contare su un punto di “appoggio” lunare per poi proseguire nel loro viaggio spaziale alla volta del pianeta rosso. Ci attende, quindi, un futuro tra le stelle? E quali conseguenze determinerà la colonizzazione umana di altri corpi celesti, tanto per il nostro pianeta Terra, quanto per la Luna e per Marte?
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