Sbagliando si impara, questo potrebbe essere un buon sottotitolo per la versione remastered di Dead Space che, nelle parole del Senior producer Phil Ducharme e del Game Director Campos Oriola, riprenderà tutto quello che ha funzionato ed è piaciuto dai capitoli successivi.
Senza però cercare di spremere altri soldi dalle tasche dei giocatori con le microtransazioni come era successo con Dead Space 3. In questo senso, sicuramente, il remake sembrerà un gioco tutto nuovo e non la rivisitazione di un titolo del passato. Per questo Ducharme è cristallino quando ribadisce che lo sviluppo avverrà senza mai prendere in considerazione le microtransazioni.
Dopo un momento in cui sembrava che non potesse esistere videogioco che non cercasse di attirare i giocatori verso gli shop online, ora sembra che ci sia almeno una fetta di studi di sviluppo che stanno tornando indietro rispetto a questo modello. Probabilmente essendo qualcosa che si fa con i titoli mobile, che sono sempre percepiti come qualcosa di leggermente inferiore ai titoli per console, alcuni sviluppatori hanno deciso che non vogliono che i propri giochi vengano visti come prodotti per smartphone.
Dead Space: la base è la stessa storia
Parlando della componente delle microtransazioni, il Senior Producer le definisce come un errore: “stiamo guardando a ciò che può essere preso e reimmesso nel primo gioco prendendo come punto di vista il futuro. Stiamo anche imparando dagli errori come per esempio le microtransazioni, che non avremo, per dire, nel nostro gioco”.
Ammettere che le microtransazioni sono state un errore in Dead Space 3 significa fare sicuramente un passo in avanti per migliorare l’esperienza di gioco con il remake del primo capitolo. Ma ci sono poi cose che invece, e lo spiegano bene sia Ducharme sia Roman Campos Oriola, Game Director, il team di sviluppo vuole in qualche modo che ispirino il remake e fanno l’esempio delle sezioni a gravità zero viste nel secondo capitolo.
Un altro aspetto che il team sta curando è quello narrativo in modo tale che la storia che si è poi dipanata nei tre capitoli possa avere uno spazio nel remake del primo. Per poter creare una linea narrativa più solida. Campos Oriola spiega la faccenda in questo modo: “per noi , il fondamento e la storia di Dead Space 1. Quindi, di default, quello è il nostro canone. Ma poi ci sono alcuni miglioramenti che vogliamo fare a quella storia”. E la parola miglioramenti, spiega sempre Campos Oriola, non significa che nella storia di Dead Space ci fosse qualcosa che non andava e va modificato ma che ci sono dei punti in cui la linea narrativa beneficerebbe di easter egg che possano rimandare a quello che è successo dopo.
Altra questione importante per il team di sviluppo è l’accessibilità. Il primo capitolo di Dead Space è uscito oltre una decina d’anni fa e molta della tecnologia per permettere a una base più ampia di giocatori di usufruirne non c’era. Ora ci sono molti modi in cui è possibile aumentare l’accessibilità: “tutti quegli elementi di accessibilità saranno decisamente qualcosa di importante per noi in termini di apertura dell’esperienza Dead Space a un pubblico più vasto che non necessariamente ha avuto l’occasione o ha potuto giocare il gioco quando è uscito”. Questa la spiegazione del Game Director.
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Al momento non c’è ancora una data d’uscita ufficiale anche se sappiamo che l’intenzione di Electronic Arts è quella di uscire sulle console next gen.