Death Stranding 2 ha colpito tutti durante i TGA del 2022 per il suo livello tecnico. Ma come fa a raggiungere quel livello di fotorealismo?
E’ stata una kermesse davvero molto particolare quella dei The Game Awards, che anche quest’anno ha concentrato il meglio del meglio dell’industria videoludica su un solo palco. E non ci sono state soltanto tantissime premiazioni interessanti di titoli che hanno cambiato le regole dei giochi e gettato uno standard qualitativo nell’ultimo anno. Ma anche delle premier assolute in cui il pubblico ha potuto vedere per la prima volta nuovi giochi essere annunciati, magari con un tocco di gameplay. Tra i titoli più interessanti in questo senso, ovviamente, c’è Death Stranding 2.
Il sequel del premiato e controverso titolo di Hideo Kojima, visionario game director, autore e produttore nipponico che da decenni cerca di spingere le barriere di cosa intendiamo “videogioco”. Il numero uno di Kojima Production, studio indipendente che ha fondato e che più volte ha affermato che non venderà mai, difendendo la sua libertà fino alla morte, sta lavorando con grande attenzione al sequel dell’avventura di Sam Porter Bridges. Il corriere più famoso del mondo dei videogiochi sembra tornare, molto più invecchiato, con l’obiettivo di salvare il mondo da una nuova e malefica minaccia.
Ovviamente essendo un titolo di Kojima, ci si aspetta dal gioco una qualità tecnica di primissimo ordine. E non può essere diversamente, dato che il primo capitolo dell’IP era già visivamente unico. I passi avanti fatti dalla tecnologia nel brevissimo periodo che ci siamo messi tra DS1 e DS2 ovviamente ha permesso allo studio di sbizzarrirsi ancora di più, aumentando l’ulteriormente il livello generale dell’opera.
E mentre sul gameplay c’è ancora tutto da scoprire, il trailer visto ai TGA certamente conferma come si siano fatti passi avanti nella modellazione dei volti, per quanto sia difficile da pensare. Tutti i personaggi che abbiamo conosciuto nel primo gioco ritornano, con espressioni ancora più veritiere e precise, e con i segni del tempo che sono visibili sui loro volti segnati. Ma come è possibile questo risultato fotorealistico? Con Metahuman.
Uno dei motivi per cui Death Stranding pare possa gettare un nuovo standard per la qualità delle espressioni facciali è il fatto che abbia usato un mix di motori grafici. Il titolo è stato sviluppato in Decima Engine, come il precedente. Tuttavia, si legge, per i volti Kojima ha utilizzato MetaHuman, uno strumento di Unreal Engine 5 creato appositamente per modellare i volti con nuovi livelli di dettaglio ed espressività. Un mix sapiente che, al momento, sembra aver già colpito appassionati e critica.
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