A dicembre qualcosa è cambiato nel guardare la TV. Chi aveva una smart tv acquistata dopo il 2018 non ha avvertito la grande novità, gli altri sì. Anche se non tutti.
C’era una volta il televideo, o il teletext, in pratica è lo stesso. C’era e non c’è più. Almeno come era abituato a guardarlo la vecchia guardia. Sia RAI sia Mediaset si sono evoluti con il passaggio al digitale terrestre di nuova generazione.
I canali del Biscione, infatti, possono godere di un nuovo servizio che riguarda i sottotitoli, indipendente dal tradizione Mediavideo. E’ un nuovo modo, soprattutto innovativo, attivabile in maniera semplicissima, tramite telecomando, con il tasto che generalmente che si chiama SUB o subtitle. Sottitoli per tutti i canali, i più attenti osservatori se ne saranno accorti di sicuro, non tutti a quanto pare. Il DVB Subtitling vuol dire innanzitutto evoluzione, in quanto garantisce non solo una migliore qualità grafica, ma è molto più flessibile nei sottotitoli, assolutamente più leggibile. E personalizzabile.
Aspettando l’ultimo scalino per lo switch definitivo
Già, grazie all’entrata del DVB Subtitling, molti decoder e smart tv ne hanno approfittato per consentire un qualcosa di nuovo che all’utente italiano ha sempre stuzzicato una infinità curiosità: è possibile cambiare il font dei sottotitoli, anche il colore, a seconda della propria, soggettiva, esperienza. Può sembrare una cosa di poco conto la personalizzazione dei sottotitolo, probabilmente lo sarà pure, ma questa novità, per esempio, ha ottenuto molti feedback positivi su tutti i social.
L’altra grande novità di Mediaset, sempre in ottica di uno sviluppo un po’ troppo stantio negli ultimi anni e al netto dei soliti problemi relative alle antenne che si sono verificati un po’ a macchia d’olio in tutto lo Stivale, è il cosiddetto il Dolby Digital Plus, una funzionalità per un corretto utilizzo dell’audio principale, con la traccia audio secondaria che gode dell’alta efficienza HE-AAC. Un cambiamento universale, visto che concerne tutte le smart tv di nuova (ma poi neanche tanto) generazione, tutte compatibili.
Queste le novità maggiori in vista dell’ultimo passaggio di questa imponente, ma anche estenuante, rivoluzione del digitale terrestre, che si potrebbe completare entro fine mese con lo switch definitivo dato dal passando dalla qualità SD a quella propria della codifica Mpeg4. Una tecnologia che garantisce immagini e audio di alta qualità. Ma soprattutto progresso, parola che in Italia non viene ancora recepita in ambito di fibra e, appunto, antenne.