La rivoluzione del digitale terrestre che da due un paio d’anni tiene tutti col fiato sospeso, vuoi perché in Italia la copertura non è tutta omogenea, vuoi per i (tanti) disagi avvenuti, nonostante tutto volge al suo ultimo step.
Ma l’AGCOM non lascia passare inosservate alcune procedure che devono essere disponibile per tutti gli utenti dotati di una smart tv/decoder dotati della nuova tecnologia che ci porterà proprio in questo 2023 al tanto agognato DVB-T2.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, un’autorità amministrativa indipendente italiana di regolazione e garanzia, ha annunciato ufficialmente tutte le nuove norme uscite fuori dal Consiglio Consiglio di Garanzia, figlie di una consultazione pubblica sulle linee guida e le prescrizioni regolamentari per garantire la “prominence” dei servizi di media audiovisivi e radiofonici.
Innanzitutto va spiegata la prominence, un tema di particolare attualità, ossia l’importanza che devono rivestire i contenuti nel nuovo modo di intendere la tv: contenuti chiari e intuitivi nel telecomando, per esempio. Più in generale prominence significa accessibilità diretta per i contenuti lineari e per i nuovi servizi dei broadcaster. L’AGCOM in tal senso mette fra le priorità la capacità di ricevere i segnali in tecnica digitale terrestre gratuiti per l’utente finale e che sia rispettato l’ordinamento dei canali.
Fatta questa doverosa parentesi, per l’AGCOM “nelle icone saranno presenti tutti i servizi di interesse generale forniti a titolo gratuito dall’editore – si legge nel comunicato ufficiale – gli editori, diversi dalla Rai e dalle emittenti nazionali generaliste, che intendono essere qualificati come servizi di interesse generale dovranno presentare apposita richiesta all’Autorità entro 30 giorni dall’approvazione definitiva del provvedimento”.
Poco o nulla sulle OTT, secondo il Garante i vari Netflix, prime Video, ma anche DAZN o qualsiasi altra piattaforma per lo streaming, diciamo, non è nei pensieri primordiali. Meglio concentrarsi su altri punti principali del nuovo digitale terrestre. “Un adeguato rilievo sulle schermate dei televisori di nuova generazione”, rispettando al contempo il pluralismo, la libertà d’espressione, la diversità culturale e l’informazione. Particolare attenzione ai servizi di interesse generale, con l’introduzione di un’icona specifica nella homepage delle smart TV per permette agli utenti una vista immediata di ciò che serve. RAI deve avere un posto in prima fila, se non altro perché gli utenti sono costretti a pagare il canone. A cascata le emittenti nazionali generaliste raggruppate per editori: vedi Mediaset, leggi La7, quindi Sky e Discovery. A seguire le radio nazionali e le televisioni locali, dulcis in fundo i canali tematici.
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