Remake, Remaster; due parole entrate a far parte del mondo videoludico abbastanza prepotentemente negli ultimi anni. Vuoi perché le “nuove leve” si sentono attratte dal passato del loro hobby preferito, vuoi perché le idee originali iniziano sempre più a scarseggiare, tanti titoli vengono riscoperti, liberati da quegli strati di polvere e detriti temporali che ne oscuravano il ricordo.
In linea di massima sarei contrario a questo genere di produzioni in quanto distolgono (seppure non totalmente) l’attenzione dei Publisher da progetti freschi, ma come per qualsiasi altra cosa, esistono delle eccezioni che non posso trascurare, come quel gioiellino di Disgaea PC, uscito su Steam il 24 febbraio.
Per chi non conoscesse la saga di Disgaea (eretici! Meritereste una padellata in testa da un Prinny!), trattasi di un gioco Tactics JRPG, sviluppato da Nippon Ichi Software, e che fino a pochi giorni fa non aveva mai visto la luce su computer, se non tramite l’uso di emulatori (che non dovreste nemmeno utilizzare, i giochi vanno comprati originali, i pirati lasciateli a Peter Pan).
Disgaea PC in particolare è il Remake del primissimo titolo della serie, Hour of Darkness, che nel maggio del 2004 fece il suo esordio nel mercato europeo. Alla fine dei conti che vuoi che siano 12 anni per un porting, no?
La trama di questo titolo ruota intorno a Laharl, un principe demoniaco talmente dormiglione da essere in grado di perdere il controllo della sua stessa nazione alla morte del padre, il re Krichevorsky, durante un sonno durato circa due anni, e ai suoi tentativi di rimettere in riga un regno ormai allo sbando, dove non sono più gli stendardi reali a sventolare ma quelli di decine di fazioni diverse. Insomma se vi aspettavate una trama ricercata forse potreste guardare altrove, anche se il tocco comico, punto fermo di tutta la saga, rende ogni dialogo e ogni situazione gradevole, rischiando di incollarvi allo schermo per molte molte… molte ore.
Questo Disgaea PC potrebbe essere un’ottima occasione per tutti coloro che si sono lasciati scappare ai tempi il padre di una saga leggendaria.
Eh sì, perché un altro degli elementi più caratteristici di Disgaea è sicuramente la longevità, anche se forse il termine più adatto è ”il Grinding necessario per progredire in alcune aree e poter usufruire appieno di tutti i contenuti”. Ma non vi preoccupate eh, per quanto siano richieste tantissime ore di gioco per gustare appieno ogni aspetto che questo prodotto è in grado di offrirci, i ragazzi di Nippon Ichi sono riusciti a far sì, attraverso l’utilizzo di vari stratagemmi che andremo ad analizzare tra poco, che ogni momento all’interno del gioco sia unico e raramente replicabile.
Disgaea infatti, pur rientrando di diritto nella categoria Tactics JRPG utilizzando un sistema di combattimento a turni su mappe a griglia quadrata, possiede diverse meccaniche originali e uniche a questa serie, quali l’Item World, il Geo System, la Dark Assembly e la cattura dei nemici. Vediamo di analizzarle una per una vi va?
Al termine di ogni missione principale e non, avrete la possibilità dal “quartier generale”, che altro non è che il castello del padre di Laharl, di svolgere varie attività, come curare gli eroi, comprare o vendere equipaggiamento (ogni personaggio ha quattro slot, uno per l’arma e tre per armature o accessori), oppure potenziare gli oggetti completando i livelli dell’Item World. Ogni cosa in nostro possesso, dai consumabili fino alle armi, può infatti essere migliorata svolgendo particolari missioni all’interno dell’oggetto stesso che, una volta completate, ci permetteranno di accrescerne il livello e di conseguenza le caratteristiche. In queste aree, come in ogni altra zona del gioco, sono presenti i Geo Symbols, piccole piramidi riposizionabili contenenti un buff o un debuff, in grado di modificare tutte le caselle (Geo Panels) aventi lo stesso colore di quella sulla quale sono posizionati. Ma questa non è la loro unica funzione. Se decideremo infatti di distruggere un Geo Symbol, tutte le celle affette da quest’ultimo cambieranno nel colore indicato da un’apposita schermata presente su di esso, causando danni a chiunque si trovasse sopra una di queste e agli altri Geo Symbols, rischiando quindi di creare un devastante effetto a catena, chiamato Geo Chain, che potrebbe permetterci di completare un intero livello senza mai aver la necessità di combattere, fisicamente o attraverso l’uso di magie o abilità speciali, con gli avversari presenti nell’area.
Potremo spostare facilmente i Geo Symbols per meglio adattare l’ambiente alle nostre necessità semplicemente posizionandoci accanto a uno di questi e lanciandolo su di un’altra casella. Potremo inoltre lanciare anche i nostri alleati, per raggiungere aree della mappa altrimenti inaccessibili, o gli avversari. Lanciando per esempio un nemico sopra a un altro potremo “fonderli assieme”, creando un avversario molto più forte ma allo stesso tempo più remunerativo. Invece, sempre lanciando un nemico ma questa volta sulla nostra casella di partenza (da dove sarà possibile evocare le unità che decideremo di portare con noi durante ogni livello), avremo la possibilità di catturarlo. Attenzione però! Nel caso infatti in cui il nostro diabolico (o forse è meglio dire demoniaco) piano fallisse, tutti i nostri soldati ancora presenti all’interno del portale verranno feriti mortalmente, togliendoci quindi la possibilità di evocare altri rinforzi fino al completamento della missione. Ricordate inoltre che, nel caso terminassimo il nostro turno mentre ancora solleviamo un Geo Symbol, un alleato o un nemico, il nostro forzuto macho man subirà dei danni.
Un’altra peculiare meccanica è sicuramente la presenza del Parlamento Italiano all’interno del gioco, denominato, per problemi di diritti, Dark Assembly.
Ovviamente sto scherzando, ma la Dark Assembly esiste veramente. Attraverso questa funzione, anch’essa raggiungibile dal nostro maniero, potremo convocare una speciale assemblea, formata da Senatori demoniaci, in modo da far approvare vari decreti, che ci permetteranno ad esempio di ottenere maggiore esperienza durante un numero prestabilito di combattimenti, di sbloccare l’accesso a nuove classi o di potenziare e depotenziare i nemici presenti nelle varie aree.
Per quanto la grafica sia stata parzialmente migliorata, pur rispecchiando ancora pienamente quella di Hour of Darkness, mentirei se dicessi che è perfetta.
Tuttavia non sarà così facile convincere i membri di questa “Camera dei comuni” a fornirci il loro appoggio la maggior parte delle volte, portandoci quindi a scegliere se ritentare, sprecando preziosi punti Mana (la currency necessaria a richiamare in seduta la Dark Assembly, ottenuta dopo ogni uccisione), se corromperli attraverso l’esborso di vari tipi di oggetti, o so utilizzare la forza bruta, avviando una vera e propria rissa.
Insomma, come potete vedere le strade percorribili sono veramente tantissime, ed è proprio per questo motivo che potremmo quasi definire questo titolo come infinito.
Ahimè però la parte tecnica non risulta tanto valida quanto quella prettamente ludica.
Per quanto la grafica sia stata parzialmente migliorata, pur rispecchiando ancora pienamente quella di Hour of Darkness, mentirei se dicessi che è perfetta. Ho riscontrato infatti alcuni bug, perlopiù legati a un framerate un po’ ballerino e agli artefatti grafici che da sempre ammorbano la saga.
Anche il porting dei comandi poteva essere meglio ottimizzato (come in quasi tutti gli altri porting per PC degli ultimi anni, oserei affermare), pur risultando comunque discreto. Per quanto invece riguarda il reparto sonoro non vi sono particolari problematiche da segnalare, anzi, si conferma essere abbastanza buono (non potevamo aspettarci nulla di diverso d’altronde).
In fin dei conti, questo Disgaea PC potrebbe essere un’ottima occasione per tutti coloro che si sono lasciati scappare ai tempi il padre di una saga leggendaria, che ancora oggi fa innamorare milioni di giocatori, per recuperare alla mancanza e godersi una perla videoludica d’altri tempi… e magari farsi un po’ di cultura!
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